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Non solo Fumetti | 08 giugno 2025, 06:30

L’isola giapponese che rinasce grazie ai fumetti

Takaikamishima: solo undici abitanti e una scuola per mangaka

L’isola giapponese che rinasce grazie ai fumetti

Il nome sembra uno scioglilingua, ma gli amanti del manga sono abituati a memorizzare sequenze di vocali e consonanti anche più difficili. In tutti i casi, il toponimo Takaikamishima, appartenente a una piccola isola di situata nel Mare Interno di Seto, in Giappone, grazie a un’idea folle e forse geniale, potrebbe diventare tra breve tempo, almeno in ambito fumettistico, molto conosciuto.

Già adesso comincia a circolare e a fare notizia.

L’isola ha appena undici abitanti, dei quali soltanto uno è minorenne. Si estende su un territorio di 1,34 km². Sta cercando di contrastare lo spopolamento che la affligge già dagli anni ‘70, diventando un punto di riferimento mondiale per gli appassionati del manga.

La piccola isola di Takaikamishima su Google Maps

L’idea è venuta a Sadamu Kimura, 74 anni, uno dei pochi residenti rimasti. Costui, insieme al suo amico settantaseienne Osamu Hasebe, titolare di un’azienda medica nella prefettura di Yamanashi, ha inaugurato sull’isola, alla fine dello scorso aprile, una scuola per futuri mangaka.

Osamu Hasebe e Sadamu Kimura

Ma andiamo con ordine.

Nel 2016, quando è stato deciso di decorare l’esterno di molti degli edifici disabitati dell’isola, Kimura e Hasebe hanno scelto di farlo utilizzando disegni manga. Hasebe ha consultato il celebre fumettista Takatoshi Yamada, autore della popolare serie Dr. Koto Shinryoujo, guarda caso anch’essa ambientata in un’isola remota.

Il manga Dr. Koto Shinryoujo

Proprio in virtù di questa somiglianza tra il luogo della realtà e quello della sua fantasia, il mangaka ha messo a disposizione un’illustrazione originale della serie, che alcuni artigiani hanno trasformato poi in un grande murale. Lo stesso Yamada ha invitato altri colleghi mangaka a partecipare a questa particolare riqualificazione, tanto che, in breve tempo, le pareti degli altri edifici disabitati si sono ritrovate rivestite di oltre trenta nuove opere.

Edifici dell’isola Takaikamishima

Da qui, da questo florilegio di disegni, l’idea della scuola, nata per riaccendere l’interesse verso l’isola. Kimura e Hasebe contano sul fatto che uno degli studenti potrebbe diventare un autore di successo e magari scegliere di trasferirsi in pianta stabile su Takaikamishima, dato che oggi i mangaka, e i fumettisti in genere, possono lavorare anche a distanza.

La cerimonia inaugurale si è svolta dunque il 27 aprile scorso, alla presenza di noti disegnatori come Shinbo Nomura (Tsuru Pika Hagemaru), Yuichi Oshiyama (Abare Hanagumi) e Tomoko Tsukamoto (Koi wa Hanairo Mimozairo). Dopo la cerimonia è stato organizzato un laboratorio che ha coinvolto ventitré alunni delle scuole primarie e medie della città di Kamijima, situata nella stessa prefettura (come dire, nella stessa provincia giapponese) di cui fa parte Takaikamishima.

Ma come funziona l’insegnamento nella scuola di manga dell’isola?

Il programma prevede sei lezioni, distribuite in due giornate mensili da fine maggio a fine luglio. Il costo complessivo, comprensivo di vitto e alloggio, è di 80.000 yen (circa 555 dollari). Le attività si svolgono in un vecchio edificio scolastico dismesso.

Le lezioni vengono tenute dagli stessi artisti che hanno decorato le pareti degli edifici. Gli studenti imparano a disegnare personaggi, ambientazioni, robot e macchinari, oltre a sviluppare trame e narrazioni. La scuola può ospitare fino a trenta partecipanti.

Nel frattempo è subentrato un altro protagonista: Masanori Baba, nuovo residente cinquantenne trasferitosi sull’isola un anno fa con la moglie e le figlie, alla ricerca - così dice - di una nuova vita. Una volta arrivato a Takaikamishima, si è subito reso disponibile per contribuire alla sua crescita.

Oltre a occuparsi del supporto logistico per la scuola, Baba lavora anche in una pensione e in un ristorante gestiti dai “Nataore no Ki”, un gruppo fondato da abitanti e simpatizzanti esterni che sostengono l’isola. Da aprile, ha preso il posto di Kimura alla guida dell’associazione dei residenti.

Insomma, Takaikamishima, un tempo luogo sperduto e disabitato, si propone oggi come location perfetta e occasione unica per quegli aspiranti mangaka che desiderano apprendere il mestiere direttamente dai grandi maestri.

Guarda, a volte, cosa è capace di fare il fumetto.

In Italia quanti borghi e paesi abbandonati abbiamo?

Chissà che a qualcuno non venga un’idea...

Noi ci rileggiamo la prossima settimana.

Thomas Pistoia

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