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Sanità | 07 luglio 2022, 15:32

Diabete: aumentano i malati, ma il Piemonte resta sotto la media nazionale

Sovrappeso e obesità rappresentano i principali fattori di rischio. Rosatelli: "L'importanza di aver aderito al Cities Changing Diabetes"

esame diabete - foto di archivio

Diabete: aumentano i malati, ma il Piemonte resta sotto la media nazionale

Negli ultimi 10 anni in Italia sono aumentati i malati di diabete di tipo 2. Un trend analogo si registra in Piemonte, dove però i pazienti sono passati da 4,1% a 5,4%, con valori inferiori a quelli nazionali. Nel 2019 infatti la prevalenza di diabete era tra le più basse delle regioni italiane. Numeri illustrati questo pomeriggio in Sala Colonne durante la presentazione dell'Atlas di Torino, con i dati di salute dei piemontesi. 

Piemonte regione con meno persone in sovrappeso 

Sovrappeso e obesità rappresentano i principali fattori di rischio modificabili per il diabete di tipo 2. Tra il 2010 e il 2020, analogamente, sono aumentate le persone con chili di troppo. Nel 2020, la percentuale di piemontesi in sovrappeso o obesa (44,4%) è tra le più basse delle regioni italiane. 

Aumentano gli obesi

Una situazione, quindi, apparentemente favorevole. Ma se si approfondiscono i numeri, si scopre che poco meno della metà dei piemontesi ha un peso corporeo fuori controllo e il numero di soggetti interessati continua a crescere. Torino, come altre 42 città, ha aderito al Cities Changing Diabetes. Un programma globale nato per rispondere al drammatico incremento delle malattie negli ambienti urbani, luoghi che oggi ospitano due terzi delle persone affette da malattia cronica. 

"Collegamento tra diabete e disuguaglianza sociale" 

"La salute è un tema centrale - ha commentato l'assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelliche ha acquisito nelle politiche un'importanza che non si può sottovalutare, soprattutto in questa fase post pandemica".

"Abbiamo aderito - ha proseguito - nel 2018 al Cities Changing Diabetes: c'è un forte collegamento tra diabete e disuglianza sociale". "Le malattie croniche rendono evidente l'intreccio tra giustizia sociale e possibilità di godere del diritto alla salute. Come istituzioni dobbiamo intervenire sui determinanti sociali della salute" ha concluso Rosatelli.

Cinzia Gatti

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