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Sanità | 09 agosto 2025, 09:00

La luce della consapevolezza

I consigli di nutrigenomica di Simona Oberto

La luce della consapevolezza

Quando oramai tutto sembra perduto e la rassegnazione, mista a disperazione, aleggia tra l’equipaggio, fa capolino uno spiraglio di luce tra le nubi tempestose e, in lontananza sulla costa, appare un fievole lumino di un faro che lampeggia tra i banchi di nebbia. 

Il vecchio capitano sorride perché capisce che sarà proprio quella piccola luce che gli permetterà di riportare in porto la sua nave, andata alla deriva. Lui non ha mai perso la speranza, pronto a lottare fino alla fine, chiede ai suoi marinai un ultimo sforzo, quello che li porterà a casa sani e salvi. 

Vi è mai successo, come al prode capitano nel mezzo della tempesta, di sentirvi persi, di non vedere vie di uscita, di aver smarrito la giusta rotta? Magari, esausti, delusi, demotivati, impauriti, vi siete guardati intorno nella speranza di scorgere qualche viso amico, qualche mano tesa, un’ancora di salvezza, ma le uniche cose che avete trovato sono state indifferenza e insensibilità, se non addirittura compiacimento per la vostra difficile situazione. 

Quante persone godono delle disgrazie altrui! Cattiveria, gelosia, risentimento imperversano, come le nubi tempestose in un mare in burrasca. In quei momenti ci sentiamo carichi di energia negativa che ci toglie la forza di reagire e di credere nella possibilità di rialzarci. 

E così, non trovando una via di uscita, a volte, ci facciamo sostenere da pericolosi “surrogati del piacere” che nel tempo possono portare a un progressivo e ulteriore degrado delle capacità di provare piacere da attività naturali e sane. E in men che non si dica ci ritroviamo “dipendenti” da droghe come il cibo spazzatura o abusiamo di alcol, fumo, psicofarmaci che annebbiano ancora di più il cervello e ci tolgono lucidità mentale e serenità. Come Life Coach voglio dirvi che esiste un altro modo per “venirne fuori”. Dovete crederci, come ha fatto il capitano, e cercare il “lumino” dentro di voi. 

Sto parlando della luce della consapevolezza che vi permetterà di distinguere tra le scelte motivate dai vostri bisogni naturali e dalle sensazioni sane e quelle dettate dai desideri egoici e distruttivi, dal vittimismo e dalla poca autostima. Solo così diventerete consapevoli che lo stress cronico, le droghe e il cibo spazzatura interferiscono con la capacità di fare scelte importanti per la vostra salute. Solo la consapevolezza delle vostre risorse e potenzialità, così come dei vostri punti deboli e delle parti ostacolanti e limitanti, vi permetterà di focalizzarvi non sul problema, ma sulla soluzione del problema che vi attanaglia. 

Dovete concentrarvi sul presente, senza divagare sul passato con gli inutili sensi di colpa e rimorsi o sul futuro incerto, così da pianificare in modo strategico il raggiungimento dell'obiettivo voluto. Dovete diventare “capitani” della vostra nave e riuscire a riportarla in porto con tutto il suo equipaggio. Chiedete aiuto ai professionisti della salute. Essi vi stimoleranno a ritrovare in voi stessi tutte quelle risorse in grado di farvi superare il momento difficile e raggiungere l'obiettivo desiderato. 

Lo scopo è quello di imparare a gestire le proprie emozioni senza subirle, ma anzi incanalandole per avere la massima resa mentale e di conseguenza un giusto comportamento. Si tratta di diventare consapevoli del fatto che abbiamo diverse potenzialità nascoste o negate che ci bloccano, punti di forza che non sappiamo usare e che ci tengono legati alle nostre insicurezze.  La conoscenza di questo può fare la differenza sul risultato che vogliamo o vorremmo raggiungere. Non basta dire: “Lo so che sto sbagliando!”. 

Bisogna mettersi nelle condizioni di sapere come muoversi per imparare a gestire al meglio la propria vita, in tutti gli ambiti, liberandosi da blocchi psicoemotivi, condizionamenti e paure! Bisogna imparare a gestire le emozioni in modo che non ostacolino la nostra lucidità mentale e le nostre capacità cognitive, facendo esercizi, allenando la mente, tutti i giorni, proprio come quando vogliamo imparare a fare qualcosa di nuovo. Lo ripeto sempre nelle mie conferenze: “Non dobbiamo allenare solo i nostri muscoli, ma anche la nostra parte cognitiva ed emozionale, perché la sua salute può fare la differenza sull’andamento del nostro benessere psicofisico.” Ma cos’è che ci fa vivere in un continuo stato di stress patologico? La percezione di sentirci sempre minacciati. La minaccia non è più rappresenta da un leone inferocito, ma è di natura psicologica: la convinzione di non essere all’altezza; di non essere abbastanza bravi, belli, magri, intelligenti, spiritosi e talentuosi. 

E tale convinzione ci induce ad una alterazione della percezione della realtà: “Il capo ce l’ha con me; gli amici non mi chiamano perché non sono simpatico; mio marito mi tradisce perché non è più attratto da me; la sfortuna mi perseguita; lui è più bravo di me”. E non ci rendiamo conto che i primi a “sabotarci” siamo noi. Quante opportunità perse perché non ci sentiamo “capaci”! Ci preoccupiamo per qualsiasi cosa. Ci lamentiamo, ma raramente cerchiamo di cambiare le cose.

 Il problema è che siamo afflitti da agenti stressanti quotidianamente. La raffica di messaggi mediatici che riceviamo è come un vero e proprio assalto di guerra. Di solito, pranziamo ascoltando le notizie che ci riportano disastri naturali; collassi economici; pignoramenti delle abitazioni; terrorismo; perdita di risparmi; fame; omicidi. Tutti questi messaggi negativi accentuano la tensione che già proviamo a causa dei fattori di stress quotidiani come i litigi con i nostri familiari; le problematiche legate ai figli; il sovraccarico di lavoro; la difficoltà a pagare le bollette a fine mese; le preoccupazioni per la salute. 

Sfortunatamente lo stress si nutre di altro stress, più siamo stressati più sarà facile che anche le piccole cose ci turbino più del dovuto.  Stare in pensiero compromette la nostra capacità di pensare con lucidità e di agire produttivamente. Siamo talmente abituati a essere stressati che abbiamo iniziato a considerare questo stato patologico come una condizione normale della nostra vita, ma il corpo umano non è programmato per sopportare lo stress a lungo. Il sistema dello stress è un dispositivo naturale. E’ la risposta fisiologica di salvataggio in situazioni di sopravvivenza e d'emergenza. Non siamo programmati per essere in uno stato perenne di tensione psicoemotiva. 

Quando il sistema di stress è attivato crea uno squilibrio chimico e se l'omeostasi non viene ripristinata al più presto il benessere fisico, mentale, emotivo e sociale vengono danneggiati. I nostri organismi cercano l'omeostasi, così come le nostre menti hanno bisogno di essere in equilibrio e non in perenne tumulto. Lo stress cronico pregiudica la nostra salute, causa serie malattie e ostacola prestazioni di successo, molto più di quello che potete pensare. 

Allora la domanda è: come possiamo diventare determinati e saggi e non essere sopraffatti dall'impotenza e dalla paura di non essere “abbastanza”? Proprio come lo stress e la paura generano altro stress e paura, così la volontà, il coraggio e la consapevolezza generano stabilità e benessere, indipendentemente da cosa ci arriva dall'esterno. Dobbiamo disimparare abitudini mentali e fisiche limitanti, distruttive e improduttive e avere il coraggio di scegliere solo ciò che ci fa stare veramente bene. Dobbiamo imparare a guardare gli eventi esterni con una nuova prospettiva, dando loro un significato diverso, così da poter modificare a nostro vantaggio la nostra reazione mentale ed emotiva. 

Le cause percettive della paura, della frustrazione e del dolore sono molto soggettive (Luisa ha paura del buio; Michela di volare; Antonio delle malattie; Luigi di non guadagnare abbastanza; Anna di non piacere agli altri), per riuscire a comprenderle bisogna compiere un processo di scoperta di sè stessi. Questo processo non mira tanto a liberarsi dallo stress, ma a saperlo gestire, costruendo dentro di noi una stabilità dinamica, uno stato di benessere che ci permette di trasformare le pressioni della vita in sfide. 

La sfida è un compito da svolgere al meglio, senza sentirci schiacciati dallo stress della pressione. Solo se consapevoli di tutto ciò, saremo in grado di sfruttare al meglio le nostre capacità. E non dobbiamo farlo per sentirci all'altezza delle aspettative altrui, ma per una nostra motivazione a stare bene. Trasformando la pressione in sfida, smetteremo di avere paura di fallire e solo accettando la sfida, ci arriverà una concentrazione rilassata, una chiarezza di intento e la capacità di sfruttare al meglio le nostre risorse. Allora, come farebbe un bravo capitano, non perdete la speranza e con tenacia e coraggio cercate “il lumino del faro del porto”. 

Distogliete lo sguardo da tutto ciò che dall’esterno vi condiziona e vi toglie serenità e guardate dentro di voi, alla ricerca di quella “chiarezza” che vi permetterà di fare riemergere la vostra “saggezza” interiore e il “buon senso” che vi sproneranno a fare solo scelte di salute.

Redazione

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