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Sanità | 10 febbraio 2023, 19:11

Pandemia, a che punto siamo? "Il vaccino annuale anti Covid non è da escludere"

I tre dei più qualificati docenti dell’Università di Torino ottimisti per la fine della pandemia, ma invitano a non abbassare la guardia: "Il vaccino contro il Coronavirus potrebbe essere affiancato a quello influenzale"

vaccinazione anti covid

Pandemia, a che punto siamo? "Il vaccino annuale anti Covid non è da escludere"

La pandemia non spaventa più come gli scorsi anni, ma l'invito è quello di non abbassare la guardia. E, nel caso, di combattere il virus con un'arma che ha permesso di mitigarne gli effetti devastanti: il vaccino.

E' quanto è emerso dall'incontro che ha visto partecipare i tre dei più qualificati docenti dell’Università di Torino: Rossana Cavallo, Direttrice SC Microbiologia e Virologia U della Città della Salute e della Scienza di Torino, Giovanni Di Perri, Direttore del Dipartimento Clinico di Malattie Infettive dell’Università di Torino ed Enrico Pira, Direttore SC di Medicina del Lavoro, Città della Salute e della Scienza di Torino.

Covid, la situazione oggi

Sono 25 milioni circa i casi di Covid riscontrati da inizio pandemia, capaci di causare 186.000 morti. La risposta del Paese è stata nella fiducia verso i vaccini, con 150 milioni di dosi somministrate. Attualmente la variante predominante è una sottovariante di Omicron, la Ba5 (oltre 94%): un virus più contagioso, che attacca più le vie respiratorie superiori e meno i polmoni. Una sottovariante in grado di causare una mortalità ridotta, rispetto a quelle precedenti.

In Italia oggi il Covid sembra ormai in fase "calante" ma il proliferare di varianti, unito a un venir meno delle precauzioni potrebbe contribuire a non mettere la parola "fine" al dramma chiamato Coronavirus.

"Attenzione ad accettare 40 morti al giorno"

Nonostante i dati inducano all'ottimismo e le armi per contrastare il virus, tra vaccini, dispositivi di protezione e consapevolezza dei comportamenti da seguire, per i professori di UniTo è importante non abbassare la guardia. "Negli ultimi 30 giorni sono morte in Italia 1.300 persone, con una media di 40 al giorno: siamo lontani dal picco di 993 morti e questo ci porta a convivere con l'idea che 40 persone morte ogni giorno per un virus sia quasi normale" è il monito lanciato da Pira.

Una vaccinazione all'anno? Non è da escludere

E non conoscendo le caratteristiche della prossima variante, l'invito è di non pensare ai vaccini come un alleato circoscritto al passato, anzi. "Il vaccino annuale, come per l'influenza? Non è da escludere, quantomeno per i fragili" ha spiegato Di Perri. Quindi anziani, soggetti con patologie gravi. Ma non solo. Potrebbe essere utile, secondo il professore, affiancare alla campagna vaccinale anti Covid quella contro l'influenza, che nell'ultimo anno ha subito una forte recrudescenza. "Sarebbe plausibile affiancare i due vaccini, per rafforzare anche quelle vaccinazioni".

L'invito è poi quello di agire più tempestivamente con le terapie precoci, che sarebbero basilari ma troppo spesso vengono somministrate in ritardo.

Long Covid, per ora nessuna preoccupazione

Capitolo Long Covid. Non è chiaro, al momento, se preoccupino i numeri delle persone che, dopo aver contratto il virus, lamentino patologie che impattano sulla vita di tutti i giorni. Il motivo principale risiede nel fatto che stabilire se un malessere è effettivamente legato al Covid o ad altre cause non è semplice.

"Comunque, anche in caso di Long Covid, i sintomi sono destinati a sparire entro un anno nella maggior parte dei casi. Per il momento non è motivo di preoccupazione" ha rassicurato Di Perri.

Andrea Parisotto

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