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Economia e lavoro | 26 aprile 2022, 18:07

"Sanzionata da Amazon per essere stata troppo tempo in bagno", sindacato in trincea. L'azienda: "Liberi di usare i servizi, ma ci sono procedure di sicurezza"

Il caso si è verificato durante un turno notturno a Torrazza Piemonte, con tempi giudicati troppo lunghi dall'algoritmo: "L'ispettorato del lavoro ha annullato la decisione dell'azienda". Il colosso e-commerce: "Chiediamo di informare i responsabili quando si abbandona la postazione di lavoro"

stabilimento amazon

Polemica dei sindacati sui ritmi imposti da Amazon ai dipendenti

"Lavoratori Amazon cronometrati per andare in bagno, con sanzioni disciplinari se impiegano più tempo di quello conforme all'algoritmo". È questa la denuncia arrivata dai rappresentanti di Filt Cgil Torino, a fronte di un caso legato ai ritmi richiesti dal colosso dell'e-commerce che ha molti stabilimenti e centri di smistamento anche a Torino e in Piemonte.
In particolare, alla persona coinvolta - che lavora a Torrazza Piemonte - è stato contestato all'inizio di febbraio di essersi assentata per circa 20 minuti, durante un turno notturno, per andare in bagno. Una critica pervenuta dopo altre contestazioni precedenti e che ha portato a un giorno di sospensione.

Un caso che gli stessi sindacati hanno portato anche all'attenzione dell’Ispettorato del Lavoro che, come spiegano, "dà ragione ai lavoratori annullando la sanzione disciplinare, ritenendola spropositata e priva di ogni fondatezza". "Ma prima avevamo chiesto all'azienda di rivedere la sua decisione per non ricorrere all'ispettorato, però non hanno voluto e quindi siamo andati all'Ispettorato", spiega Luca Iacomino, segretario Filt Cgil. "Nel corso del confronto, peraltro, i 20 minuti sono anche diventati meno".

"La Filt Cgil Torino e Piemonte - si legge in una nota ufficiale - è determinata ad andare avanti nella difesa dei diritti e nel far riconoscere ai lavoratori la corretta applicazione delle norme sul lavoro, del contratto nazionale e sulla sicurezza negli ambienti di lavoro attenzionando i ritmi e carichi di lavoro. E condanniamo ogni strumentalizzazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori diretti e indiretti".

La replica dell'azienda: "Si può andare al bagno quando si vuole, ma ci sono procedure per la sicurezza"

Versione differente quella che viene riportata dalla stessa Amazon, che sottolinea come "Pur rispettando la decisione del collegio arbitrale riteniamo tuttavia di dover dissentire rispetto a quanto riportato, ribadendo che Amazon non monitora le pause né tantomeno cronometra i propri dipendenti. Le condizioni di lavoro delle persone impiegate nei nostri magazzini non soltanto rispettano le previsioni del contratto nazionale, ma vanno ben al di sopra degli standard di settore. La sicurezza sul luogo di lavoro è una delle nostre prerogative e per questo motivo chiediamo a tutti di informare il proprio responsabile prima di allontanarsi dalla postazione di lavoro. È infatti da considerare che in questo sito impieghiamo oltre 1500 lavoratori e, per motivi di sicurezza, è essenziale che le persone seguano queste procedure. Non farlo potrebbe avere conseguenze significative, soprattutto in caso di emergenza o evacuazione".

Massimiliano Sciullo

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