ULTIMA ORA - Si è appena concluso l'intervento di soccorso dello speleologo di Torino da ieri bloccato nell'Abisso Paperino.
La barella è uscita alle 12.45 ed è stata subito consegnata alle squadre esterne per il trasporto in ospedale, dove l'uomo sarà sottoposto a tutti gli accertamenti clinici necessari. A quanto si apprende, avrebbe riportato un importante trauma cranico.
L'Abisso Paperino è una profonda cavità dell’Alpe degli Stanti nel comune di Ormea. Qui, ieri, attorno a mezzogiorno Marco Massola, presidente del gruppo speleologico Cai di Lanzo, è rimasto ferito durante l’esplorazione, probabilmente a causa della caduta di rocce.
L’incidente è avvenuto in un tratto iniziale della grotta caratterizzato da strettoie molto anguste.
Alcuni membri del gruppo si sono immediatamente allontanati per dare l’allarme, mentre la compagna di Massola ha continuato a assisterlo fino all’arrivo dei soccorritori del Cnsas, che hanno preso in carico la situazione.
La Prima Delegazione di Soccorso Speleologico già ieri ha inviato sul posto un medico esperto in assistenza in ambiente ipogeo per stabilizzare il ferito direttamente all’interno della cavità.
Per il recupero sono state mobilitate squadre di supporto da Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli e Veneto. Poiché Massola non poteva camminare, per riportarlo in superficie è stato necessario ampliare tre passaggi stretti nella grotta, attraverso l’uso di dispositivi meccanici quali palloncini gonfiabili per muovere blocchi di roccia e pistoni per spingere le porzioni più fragili di parete.
Il ferito è stato accudito e curato all'interno di una tenda riscaldata dotata di strumenti medici avanzati, inclusi ecografi e sistemi di monitoraggio, che hanno permesso al team di soccorso di tenere sotto controllo le sue condizioni sia all’interno della grotta sia nel punto in cui è stato allestito il quartier generale all’esterno, grazie anche all’utilizzo di tecnologie wireless sviluppate appositamente per queste emergenze.
Il ferito è stato estratto utilizzando il KED, un dispositivo di immobilizzazione usato comunemente nei soccorsi stradali che stabilizza completamente la colonna vertebrale fino al bacino, lasciando liberi gli arti. L’impiego di questo estrattore ha permessi di velocizzare significativamente il recupero.
Il trasporto verso l’uscita ha richiesto il superamento di due pozzi verticali di circa 15 metri ciascuno, due meandri stretti e una strettoia particolarmente complessa. Grazie al lavoro coordinato di oltre 50 tecnici, le operazioni si sono concluse in sicurezza: una volta fuori dalla grotta, lo speleologo è stato nuovamente valutato dai sanitari e immediatamente trasferito in ospedale dal Servizio Regionale di Elisoccorso di Azienda Zero Piemonte.