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Attualità | 04 maggio 2024, 11:00

Clima impazzito a Torino? I dati dicono altro: dall'inizio del 2024 sono stati molti di più i giorni "troppo caldi"

Secondo le registrazioni dell'Arpa Piemonte, in tutta la regione ci sono stati picchi di freddo, ma la tendenza generale è al riscaldamento

grafico statistico

Le statistiche di Arpa sulle temperature massime da inizio 2024

Certo, l'inizio di maggio con cappello e guanti non era pronosticabile. Nessun torinese lo avrebbe mai detto. Ma c'è da tenere a freno quel retropensiero che in tanti stanno già alimentando, tra riscaldamenti riaccesi e qualche raffreddore: "Alla faccia del riscaldamento globale e della siccità".


[La tabella di Arpa Piemonte con le medie delle temperature da inizio 2024]

Già, perché come tutti i fenomeni (naturali e non), soltanto una visione dalla giusta distanza consente una lettura equilibrata. E se si vanno a vedere i dati scientifici, si scopre che siamo tutt'altro che alle prese con una "glaciazione".

La conferma dai dati di Arpa Piemonte

Basta andare a consultare i dati del sito di Arpa Piemonte, per scoprire come i tecnici dell'agenzia regionale mettano in guardia da questo tipo di interpretazioni sommarie. Se infatti non mancano i "picchi" di freddo, questi sono concentrati soprattutto nella seconda metà di aprile e in questi primi giorni di maggio. E si tratta di picchi anche piuttosto "appuntiti": in alcuni casi, infatti, non solo si immergono sotto-media, ma si spingono a sfiorare addirittura i record di freddo del periodo 1958-2023. Anche la fine di marzo e l'inizio di marzo hanno regalato qualche calo significativo, rispetto all'andamento medio.

A marzo chiuso l'inverno più caldo di sempre

Ma tutto questo non basta. Anche all'occhio più distratto non può sfuggire come, dall'inizio del 2024 a oggi, siano molte di più le situazioni in cui le temperature sono schizzate verso l'alto. Molto verso l'alto. E' ancora lo schema statistico di Arpa Piemonte a spiegare la situazione: tutto febbraio, ma anche buona parte di gennaio e marzo hanno regalato massime decisamente superiori alla media. Così come la parte centrale di marzo e la prima metà di aprile.

Purtroppo, però, la memoria e la percezione di ciascuno rischia di essere limitata. E di certo non "scientifica". Godiamoci la pioggia, intanto. Sperando che ponga un freno alla sete d'acqua futura.

Massimiliano Sciullo

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