Una vera ecatombe. Una media di tre morti al giorno, indegna di un paese civile. Con 1.041 decessi si è chiuso il bilancio 2023 delle morti sul lavoro in Italia. 61 di queste erano piemontesi.
In aumento infortuni e incidenti mortali
Sono numeri pesanti come pietre quelli diffusi dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. "E così, a noi che da quasi 15 anni ci occupiamo di monitorare l’emergenza, passata l’onda dell’emergenza Covid, non resta che assistere ad un implacabile e terribile “déjà vu”. Non ci sono parole per commentare una situazione che non accenna a cambiare nonostante il maggior rilievo dato a questi drammi da istituzioni e media ma, anzi, stando ai dati, nel 2023 gli infortuni in occasione di lavoro sono aumentati del +1,1% rispetto al 2022. E ciò significa che i lavoratori nella loro quotidianità lavorativa non sono abbastanza tutelati", sottolinea Mauro Rossato.
Il presidente dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente sottolinea poi come si assista per contro ad una significativa diminuzione degli infortuni mortali in itinere rispetto al 2022 (-19,3%), probabilmente conseguenza del maggior ricorso al lavoro in smartworking avvenuto in questi anni post pandemia. "Un risultato confortante, certamente, ma che non si identifica con un miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori nella nostra penisola. Per questo non possiamo fare altro che constatare il perdurare di un’emergenza che, alla stregua di una piaga infetta, non accenna a rimarginarsi”.
Piemonte in zona gialla
Le regioni a maggior rischio di infortunio mortale, in zona rossa a fine del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria. In zona arancione: Sicilia ed Emilia Romagna. In zona gialla: Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino Alto Adige. Le regioni più sicure, in zona bianca, sono: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta.
A maggior rischio anziani e giovanissimi
E oltre alla definizione del livello di sicurezza per ciascuna regione, l’Osservatorio Sicurezza Vega individua anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (27,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 16,2).
Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (138,3), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (60,7).
I numeri assoluti del 2023
Sono 1.041 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 799 in occasione di lavoro (+1,1% rispetto a dicembre 2022) e 242 in itinere (-19,3% rispetto a dicembre 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (133). Seguono: Campania (75), Veneto (72), Emilia Romagna (70), Puglia (62), Piemonte (61), Lazio (59), Sicilia (52), Toscana (33), Abruzzo (31), Calabria (24), Marche (22), Umbria (21), Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna (18), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).
Maglia al settore delle costruzioni
Il settore delle costruzioni si conferma a fine 2023 quello in cui, nell’anno, sono avvenuti più infortuni mortali (150), seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (109), dalle Attività Manifatturiere (101) e dal Commercio (64).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (292 su un totale di 799). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2023 sono 55, mentre 31 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 155, mentre sono 49 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.