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Scuola e formazione | 27 luglio 2021, 11:00

Anche una mela ammaccata vuol dire qualità: Regione e Unioncamere nelle scuole per imparare la lezione sul "bio"

Il Piemonte vuole dare applicazione al progetto del Ministero per le politiche agricole di informazione e promozione verso un'alimentazione rispettosa della natura. Solo a Torino si tratta di 44mila pasti al giorno

cassetta di mele raccolte in agricoltura biologica

Il Piemonte punta sulla mensa biologica e salutare nelle scuole della regione

Un fondo per promuovere il consumo di prodotti biologici e sostenibili all'interno del servizio di mensa scolastica. È questo il progetto del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali cui anche il Piemonte ha deciso di partecipare, tea informazione e promozione delle buone pratiche tra i banchi e nelle aule dei più giovani.

In particolare, la Direzione Agricoltura e Cibo di Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte hanno sottoscritto un Accordo di collaborazione per coordinare l’attuazione del progetto ministeriale sul nostro territorio. Una parte delle risorse, in particolare, va alle scuole che possono in questa maniera abbattere i costi per l'acquisto di cibo bio, così da supportare il consumo anche in termini di bilancio economico.

Inoltre, è stato creato uno sportello on line denominato BioDesk, per fornire informazioni di primo orientamento alle amministrazioni comunali, agli istituti scolastici e ai soggetti eroganti servizio di mensa scolastica, relative ai requisiti, incluse le percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, nonché le specifiche tecniche necessarie per qualificare il servizio di refezione scolastica come mensa biologica, e per definire criteri di premialità, da inserire nella documentazione di gara idonei a favorire il consumo di prodotti biologici sostenibili per l’ambiente e a ridurre lo spreco alimentare.

"Biologico vuol dire riprendere e continuare un'opportunità che negli anni ha trovato delle difficoltà, forse i tempi non erano ancora maturi. - dice Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte -. Ma ora i tempi sono cambiati, tra Green deal e agenda 2030 e non si tratta più di una cosa di nicchia. Il messaggio deve partire dalla base dell'educazione alimentare, quindi le mense scolastiche. E far capire ai ragazzi che anche un difetto esteriore, per una mela, può essere segno di qualità e dunque il frutto di cura e fatica". "Sono oltre 2500 le aziende piemontesi che si sono già registrare garantendo la propria coltura biologica - aggiunge - promuovendo i territori e i distretti del cibo".

"Fino a qualche anno fa il biologico non era argomento particolarmente ascoltato - aggiunge Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -, ma ora è diventato l'attualità per tante aziende, soprattutto agricole. Proporre questi prodotti per i ragazzi, così come per la ristorazione collettiva, vuol dire far crescere la consapevolezza dei ragazzi, che magari poi ne parlano anche in famiglia e dunque il messaggio si diffonde".

"Non bisogna avere paura delle sfide: qui parliamo di quasi 44mila pasti al giorno, soltanto a Torino - Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, così come del Laboratorio Chimico Camera Commercio Torino -. Ma non possiamo fermarci al timbrino e alla certificazione. Essere "bio" vuol dire avere una reputazione importante, ma è altrettanto fondamentale far capire di cosa si parla, informare sulle scelte e spiegare. Anche attraverso le fattorie didattiche, ma non solo. Servono gli strumenti per cambiare approccio e comprendere: i bambini come le loro famiglie".

Massimiliano Sciullo

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