"Il lavoro in ospedale non è più attrattivo. Pochi decenni fa, essere assunti a tempo indeterminato in un reparto ospedaliero era un traguardo, l’obiettivo. Era il posto fisso di prestigio, che dava soddisfazione professionale, opportunità di carriera, una certa sicurezza economica. Ci si realizzava. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di dimettersi dagli ospedali", denuncia Anaao Assomed Piemonte. "Oggi non è più così".
Nel 2019, dai dati del Conto Annuale del Tesoro, il 3,5% dei medici ospedalieri, contro il 2,9% della media nazionale, ha deciso di dare le dimissioni. Siamo la quarta Regione d’Italia come percentuale di medici che decidono di licenziarsi, dopo Marche, Veneto e Valle d’Aosta. "292 colleghi, che hanno visto un’alternativa migliore nel privato o nel lavoro sul territorio. Migliore dal punto di vista economico, forse, ma certamente di qualità di vita", sottolinea il sindacato dei medici.
"Le ASL che hanno registrato più abbandoni sono, in proporzione ai medici dipendenti, ASL AL, ASL VCO, ASL CN1, AO CN, AO AL, AOU NO, ASL VC. Quindi, si scappa più dalla provincia", prosegue Anaao. "Le specialità con maggiore emorragia sono state, in Piemonte nel 2019, Rianimazione, Medicina d’Urgenza, perché prevedono molti turni disagevoli ed un lavoro usurante, Pediatria, perché offre allettanti sbocchi sul territorio, e a seguire Ortopedia e Ginecologia, che permettono di lavorare nel privato".
Se analizziamo il trend degli ultimi 10 anni, i dati sono allarmanti: la percentuale di medici piemontesi che si sono dimessi dagli ospedali è passata dai 92 del 2009 ai 292 del 2019. Anche se analizziamo i dati in relazione al numero totale di medici dipendenti la situazione è allarmante: si è passati dal 1% di dimessi nel 2009 al 3,5% nel 2019. In 10 anni, i medici che si licenziano sono aumentati di tre volte e mezza.
"Se analizziamo infine l’andamento, è da notare come la curva dei licenziati si impenni proprio negli ultimi 3 anni", fa notare il sindacato dei medici. "Complessivamente, si sono dimesse più donne che uomini (il 3,2% del totale delle dottoresse, contro il 2.8% dei colleghi uomini). Questi dati confermano il quadro di gravissima sofferenza, non solo dei professionisti, ma anche del Sistema Sanitario nel suo complesso, che era stato fotografato dal sondaggio condotto da Anaao Assomed a Ottobre".
I medici ospedalieri "si sentono pedine per coprire i turni, alle quali mandare ordini di servizio, chiedere di sopperire alle carenze del sistema, dalle quali pretendere sempre maggiore produzione ed efficienza. Non parte di un progetto, ma elementi marginali, sostituibili, che pesano sul bilancio quando sono malati, in gravidanza o in congedo, anche per motivi formativi".
"I dati del Conto Annuale ci permettono di fotografare le dimissioni dei dirigenti medici solo fino al 2019. Ma, c’è da scommettere, la pandemia Covid aggraverà le fuoriuscite. E lo vedremo probabilmente dal 2021, perché nel 2020 lo spirito di servizio ha certamente fatto posticipare la scelta di dimettersi", sottolinea Anaao Assomed Piemonte.
"I dati dei licenziamenti volontari, che peggiorano di anno in anno, paiono un grido di aiuto. E se è vero che nei colleghi sopravvive una grande passione per il loro lavoro, è anche vero che in tanti stanno cercando luoghi diversi dall’ospedale pubblico dove realizzarla", conclude il sindacato piemontese dei medici.