Mascherine destinate agli operatori sanitari che si rompono come carta buttata in acqua. E' successo all'ospedale di Chivasso, ma qualche episodio si è verificato anche negli altri nosocomi dell'Asl To4, come Ivrea . Si tratta di dispositivi di protezione individuale distribuiti dall'Unità di crisi della Regione Piemonte in diversi reparti della struttura sanitaria chivassese e importati dall'estero. La denuncia degli infermieri è arrivata anche ai vertici dell'azienda sanitaria, che sta provvedendo al loro ritiro.
"Dopo un po' che si portano indosso si inumidiscono e si strappano - denuncia furioso Giuseppe Summa, segretario provinciale di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche -. Non ci sono più parole per descrivere questa indecenza. Ci troviamo di fronte a infermieri costretti a indossare due mascherine per volta per evitare essere più sicuri. Questa è la realtà con la quale gli operatori devono fare conto tutti i giorni. Questi dispositivi vengono date alle aziende dall'unità di crisi regionale. È chiaro che le aziende in tutto questo drammatico caos sono state abbandonate dalla Regione e dallo Stato, ma anche loro dovrebbero fare qualcosa. Ci sentiamo abbandonati".
Summa sottolinea anche il fatto che negli ospedali si starebbero utilizzando anche mascherine di uso civile e non di uso ospedaliero. "Si tratta di mascherine celesti non a norma e sono state utilizzate in tutti gli ospedali dell'azienda".