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Economia e lavoro | 11 giugno 2024, 17:22

Colpo di scena, l'export torinese ha tirato il freno: da inizio anno gli affari sono calati di quasi il 4%

Anche il Piemonte soffre (-2,1%). La regione fa comunque meglio del resto d'Italia e del Nord Ovest. Unici spunti di ottimismo sono cibo e tessile. Male l'automotive, ma non solo

mano che regge un mappamondo

L'export piemontese frena, Torino fa anche peggio

L'automotive si è fermata, senza riuscire più a superare il confine regionale. E, con lei, anche la meccanica. E ancora i metalli, il settore chimico e la gomma-plastica. Il risultato - una vera rarità dopo lunghi trimestri di crescita - è un -2,1% alla fine del primo trimestre 2024 che ferma il giro d'affari a 15,4 miliardi di euro, con solo l'alimentare e il tessile a reggere il passo. Torino fa ancora peggio, segnando a livello provinciale un calo del 3,9%.

Si tratta comunque di una performance migliore del resto d'Italia e al Nord Ovest, che nello stesso periodo di tempo hanno mandato in archivio rispettivamente un -2,8% e un -3,4%. Calano anche le importazioni, a conferma di uno stallo che riguarda un po' tutti gli scambi internazionali e non solo le vendite piemontesi: 11,7 miliardi di euro e -6,4%.

La flessione dell’export del Piemonte riguarda in modo diffuso più settori quali soprattutto la meccanica, i metalli, il settore chimico e la gomma-plastica. Anche i mezzi di trasporto – in special modo gli autoveicoli e la componentistica autoveicolare – segnano andamenti non brillanti, mentre reggono i comparti alimentari e tessili. Le nostre esportazioni, inoltre, stanno soffrendo maggiormente sul mercato extra Ue rispetto a quello europeo - ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -. In questo quadro è sempre più necessario promuovere le eccellenze della nostra regione, investire in nuovi percorsi di innovazione e crescita imprenditoriale, facilitare l’accesso al credito e migliorare i collegamenti materiali e immateriali fuori dai nostri confini”.

Piemonte quarta in classifica

Nonostante il calo, il Piemonte si conferma come la quarta regione esportatrice, con una quota pari al 10% dell’export nazionale. Tra le principali regioni esportatrici la Lombardia si conferma prima per valore delle vendite oltre confine, generando il 26% dell’export nazionale, seguita dall’Emilia-Romagna (13,5%) e dal Veneto (12,9%).

Ma anche le cugine "maggiori" segnano un inizio di 2024 preoccupante: il Veneto flette del 5,1%, la Lombardia evidenzia una contrazione del 3,4% e l’Emilia-Romagna segna un -3% rispetto al I trimestre 2023. Solo la Toscana si mostra in controtendenza, realizzando una crescita del proprio export del 4,4%.

Frenano i mezzi di trasporto (soprattutto auto)

La contrazione delle esportazioni piemontesi, in questi primi tre mesi del 2024, ha riguardato la maggior parte dei settori di specializzazione. I mezzi di trasporto rappresentano, anche nel periodo gennaio-marzo 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,7%). Questo comparto segna una flessione del 2,3% frutto principalmente del calo delle vendite oltre confine di autoveicoli (-5,5%) e componentistica autoveicolare (-2,9%), mentre continuano a vivere una fase espansiva i prodotti dell’aerospazio (+38,9%). L’industria meccanica si colloca in seconda posizione per incidenza sull’export regionale (17,9%) e registra una flessione del 2,4% rispetto al I trimestre 2023. In terza posizione, con una quota del 13,3%, si trovano i prodotti alimentari e delle bevande che, in controtendenza, conseguono una crescita del 4,5%. Il comparto tessile evidenzia un aumento delle vendite all’estero del 12,9%, grazie all’ottima performance esibita dall’abbigliamento (+29,6%) e dagli articoli in pelle (+44,0%), i prodotti tessili segnano, invece, una contrazione (-12,5%).

Soffrono i clienti abituali: Francia e Germania

I più importanti mercati dell’area per le merci piemontesi si confermano quello francese e quello tedesco, con quote pari al 15,6% e 14,1%. Le esportazioni dirette in Francia e Germania hanno segnato, nel I trimestre 2023, cali su base annua superiori alla media regionale (rispettivamente -4,5% e -5,7%). La Spagna registra una flessione di lieve entità  (-0,8%), mentre la Polonia, grazie alle vendite di mezzi di trasporto, realizza una crescita del 18,6%. In calo il Belgio (-5,5%) e i Paesi Bassi (-3,4%), in crescita l’Austria (+15,9%) e la Romania (+4,1%).

Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 27 registrano nel complesso una caduta di intensità maggiore (-4,7%) rispetto a quella segnata entro i confini comunitari. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco al di fuori dell’Ue-27, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale, seguiti da Regno Unito e Svizzera, che assicurano rispettivamente il 4,3% e il 3,0% del valore totale delle vendite oltre confine. La performance esibita dall’export piemontese nel mercato statunitense  appare negativa (-3,7%), così come quella evidenziata verso il Regno Unito (-6,3%) e la Svizzera (-17,9%). Le vendite dirette nel mercato cinese appaiono stazionarie (– 0,7%), mentre risultano in flessione quelle verso la Turchia (-4,7%) e in Brasile (-13,6%). Tra i principali mercati Extra UE gli unici con variazioni positive  appaiono il Messico (+9,8%) e la Corea del sud (+2,0%).

Torino fa peggio della media. Cuneo tra le poche positive

A livello territoriale il risultato di questi primi tre mesi dell’anno appare eterogeneo. Torino che genera il 44,5% del totale delle vendite oltre confine piemontesi, evidenzia un calo del 3,9% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Alessandria segna una diminuzione del 3,7% e si conferma la terza provincia per export a livello regionale con una quota dell’11,7%. Tra le performance negative si segnala anche Asti, con una contrazione del 6,0% e Biella con un calo del 14,1%, stabile il Verbano Cusio Ossola (0,1%). Appaiono invece in crescita le esportazioni di Cuneo (+2%), seconda provincia per incidenza sull’export regionale (17,4%), Novara con una crescita dell’1,2% e Vercelli che incrementa le proprie vendite all’estero del 10,3 %.

Massimiliano Sciullo

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