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In Breve

| 12 maggio 2024, 09:00

L'esultanza della borraccia conquistata e l'essenzialità del gregario

Il trofeo da portare a casa e l'importanza del compagno che ti porta al traguardo in carrozza. Prime critiche per Pogacar, Tiberi è una speranza. Velocisti o attaccanti a Napoli?

Photo credits: LaPresse

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Parlare di una tappa gestita e poi portata a casa da un uomo solo al comando potrebbe essere riduttivo, quindi ndl BuonGiro di oggi ho voluto concentrarmi su due aspetti principali.

Notavo ieri, immergendomi nella corsa che offriva sussulti essenzialmente ammirando i paesaggi (Spoleto e Prati di Tivo sono veramente due perle, nella prima località ci sono stato e la consiglio, la seconda è segnata nell'agenda con il cerchiolino), l'essenza per il tifoso, oltre al passaggio sotto casa che chiaramente è la meraviglia per antonomasia, è recuperare un ricordo di quel momento che a dir tanto dura 5 minuti. È più l'attesa, ma tra una grigliata, una birretta, la testa sul cellulare a guardare dove sono i corridori o all'orologio per controllare il passaggio orario e a chiedere al vicino aggiornamenti, il tempo vola che è un piacere.

Dicevo, il ricordo. La borraccia per esempio. E l'immagine di ieri di un corridore che l'ha buttata a bordo strana con una bambina e presumo suo fratello o un amico esultanti in un prato verde, sono l'esempio più lampante.
Diventano un trofeo, un immagine. Si fa pure la collezione. Anche per me. Che dalla tappa di Andora sono tornato a mani vuote per la felicità di mia moglie. Sono lì, come penso in moltre altre case di appassionati, in fila su un mobile (mio fratello ricordo che le metteva in un cassetto), di ogni squadra diversa,  pulite (guai, sennò, vi dico per esperienza) e ti ricordano quel preciso momento in cui le hai recuperate. Anche dalle mani del corridore a cui le hai chieste.

Poi un'altra cosa. Il gregario. Pogacar è un "cannibale" certo. Ma ieri, per esempio, chi l'ha portato in carrozza fino all'ultimo km? I suoi compagni di squadra, il treno dell'Uae che ha spinto tutto il giorno per recuperare prima i fuggitivi e poi traghettare il capitano alla vittoria.
Penso a Majka per esempio, cge in una delle altre squadre presenti al Giro (togliamo la Ineos e la Visma) potrebbe essere tranquillamente l'uomo per la classifica. Invece da anni si mette a disposizione senza chiedere niente e ogni tanto, arriva forse il suo momento di gloria. Penso anche a Benoot della Jumbo e a Kwiatkowski della Ineos (saranno presenti al Tour a fianco di Vingegaard, forse, e Pidcock/Bernal), corridori fenomenali che da anni sono i gregari del ciclismo. Così come Pasqualon e Consonni, velocisti da top ten praticamente in ogni gara ma che da ultimi uomini del treno portano i loro capitani praticamente quasi al traguardo.
 Fondamentali insomma.

Non mi soffermo sulle critiche a Pogacar sulla conduzione della gara e il finale. C'è chi dice infatti che avrebbe dovuto attaccare ai -5 km per incrementare il margine nella classifica generale. La linea attendista, tenere a galla, per poi sverniciare gli avversari nel finale non è piaciuta perchè, a detta di molti, sarebbe stata una mancanza di rispetto. Con anche un Tour da correre forse però è la mossa più intelligente.

Godiamoci Tiberi su, che è forse l'unica "speranza" in questo momento per il ciclismo italiano di poter acciuffare un giorno una grande corsa.

 

IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:

Tappa 9, 214 km da Avezzano a Napoli. "L'ultima" tappa prima del primo giorno di riposo. Una tappa in teoria per velocisti, ma con il finale lungo la costa tirrenica potremmo assistere a un bel braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo. Il gruppo non dovrà lasciare troppo spazio agli attaccanti, e nemmeno mandarne tanti in avanscoperta, altrimenti diventerà dura andare a riprenderli. Staremo a vedere se sarà volata di gruppo o no.

Photo credits: LaPresse

Luciano Parodi

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