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Economia e lavoro | 23 febbraio 2024, 17:32

La crisi economica assedia il Piemonte: il Pil del 2023 segna +0,7%, ma l'ultimo trimestre è in frenata

Secondo la rilevazione effettuata dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio, scontiamo il calo dell'export ma anche consumi e investimenti zavorrati dall'inflazione e dai tassi

calcoli e grafici economici su una lavagna

L'economia del Piemonte chiude il 2023 in positivo, ma la parte finale è stata una sofferenza

Uno sprint faticoso, di quelli che portano a tagliare il traguardo, ma con la sofferenza dipinta sul volto e i muscoli che ormai non rispondono. E' questa l'istantanea dell'economia piemontese al fotofinish di fine 2023: a scattarla è la rilavazione sul Pil regionale effettuata dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino.

Finale in frenata

Secondo le stime degli esperti, infatti, la regione paga soprattutto l'effetto negativo sulle esportazioni da parte dalla frenata della Germania, ma anche i consumi e gli investimenti indeboliti dall’inflazione e dagli alti tassi di interesse. In particolare, nel 2023 il valore delle attività economiche del Piemonte ha fatto registrare una crescita dello 0,7%, come la media nazionale. Ma nell'ultimo trimestre il segno è diventato negativo, con uno -0,7% che ci mette in controtendenza rispetto al resto d'Italia (che invece fa +0,5%).

Un anno diviso in due

Attraverso il modello del PilNow, il 2023 del Piemonte si è in definitiva composto di due parti. Nel primo semestre la condizione è stata mediamente positiva, anche se in lieve calo, con un progresso dell’1,3% rispetto alla prima metà del 2022. Nella seconda metà dell’anno invece hanno prevalso gli stimoli esterni al calo, soprattutto per la sua parte finale. Nonostante tutto, però, i livelli di Cassa Integrazione sono inferiori alla media nazionale: l’indice Piemontese dell’utilizzo di tutta la cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga, operai e impiegati) vale 37, quello Italiano 87 (la base 100 è il 2009). La domanda di credito e gli investimenti sono stati condizionati dal calo di fiducia generale e dall’aumento dei tassi di interesse, mentre i consumi sono stati frenati dall’inflazione, che però adesso appare in sostanziale normalizzazione. 

Con 133 miliardi di valore del Pil a prezzi costanti, il Piemonte è al livello del 2019, ma nel 2007 era a quota 141. Mancano 8 miliardi, pari a 12 trimestri (tre anni) di crescita standard costante dello 0,5% per trimestre. Un obiettivo di crescita raggiungibile tenendo presente l’impatto del PNRR sul Pil nei prossimi tre anni.

Tra turbolenze e Pnrr

Le turbolenze internazionali continuano a essere fonte di preoccupazione per le imprese – afferma Valdimiro Rambaldi, presidente del Comitato Torino Finanza – e hanno spinto persino la Germania in recessione. In Italia e in Piemonte occorrerebbe una ripresa degli investimenti. Per quanto riguarda quelli pubblici, si tratta di vedere accelerare il PNRR. Quelli privati sono stati penalizzati dall’aumento dei tassi e del costo dei finanziamenti bancari. Era inevitabile, fa ben sperare, però, il fatto che l’inflazione sia in ritirata. È di parziale consolazione che i dati annuali del PILNOW piemontese, oltre a essere in linea con la media nazionale, siano lievemente migliori di quelli europei".

Il 2024 rappresenterà il vero banco di prova per la nostra economia. Quest'ultimo scorcio di 2023, con i dati elaborati dal Comitato Torino Finanza, non può che spingerci a rimboccarci ulteriormente le maniche con l'obiettivo di adottare una serie di provvedimenti sia istituzionali che politici che stimolino la crescita economica e lo sviluppo dei nostri territori. Solo incentivando l'innovazione, potenziando infrastrutture e connettività, semplificando la burocrazia e scommettendo sui settori di punta della nostra regione - e qui penso all'industria manifatturiera, al turismo sostenibile, all'agricoltura di alta qualità - potremo essere più forti e meno in balia dei flutti internazionali e delle crisi esogene", commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Massimiliano Sciullo

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