Si torna a parlare di Superbonus e di proroga e, inevitabilmente, si riflette sulle possibili ripercussioni che la decisione avrebbe sui cantieri in Piemonte. A far sentire la propria voce CNA Piemonte, che afferma: “Senza una proroga limitata a favore dei condomini per portare a termine gli interventi del Superbonus 110% si metterebbero a rischio circa 25mila cantieri. La riduzione del beneficio al 70% a partire dal primo gennaio provocherebbe devastanti effetti economici e sociali aggiungendosi alla già pesante situazione dei crediti incagliati, sulla quale siamo ancora in attesa di risposte”.
“Un intervento legislativo, di ridotto impatto sulle finanze pubbliche, si rende quantomai necessario per evitare contenziosi fra cittadini e imprese; in tal senso andrebbe prevista una proroga di almeno tre mesi, per i cantieri presso i condomini, condizionata, però, dall’aver realizzato, al 31 dicembre 2023, almeno il 60% dell’intervento globale”.
Da non sottovalutare poi il tema legato alla sicurezza. “Per CNA è di vitale importanza evitare pericolose corse per terminare i lavori. Per noi è prioritaria la sicurezza dei lavoratori e delle famiglie: affrettarsi per terminare le opere a discapito della sicurezza è inaccettabile. CNA è da sempre in prima linea nella lotta agli infortuni e nella diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro” afferma Andrea Talaia, Presidente CNA Costruzioni Piemonte.
Una posizione condivisa da CNA e Confartigianato Torino: “ La riduzione del beneficio al 70% a partire dal primo gennaio provocherebbe devastanti effetti economici e sociali aggiungendosi alla già pesante situazione dei crediti incagliati, sulla quale sono ancora in attesa di risposte”.
“Un intervento legislativo, di ridotto impatto sulle finanze pubbliche, si rende quantomai necessario per evitare contenziosi fra cittadini e imprese e pericolose “corse” per terminare i lavori; in tal senso andrebbe prevista una proroga di almeno tre mesi, per i cantieri presso i condomini, condizionata, però, dall’aver realizzato, al 31 dicembre 2023, almeno il 60% dell’intervento globale” concludono.