I piemontesi se ne vanno. Dal posto di lavoro, innanzitutto. Sono sempre di più, Infatti, quelli che danno le dimissioni in cerca di una vita più sostenibile. Ma fanno anche meno figli e hanno problemi con le spese di casa, a cominciare dall'affitto. Sono queste alcune delle istantanee scattate dall'Inps, che ha presentato il rendiconto della Regione Piemonte per il 2022, primo anno di ripresa dopo la crisi pandemica.
Dati migliori rispetto alla media nazionale
Non mancano alcuni elementi confortanti, tuttavia. La disoccupazione, ad esempio, nel 2022 ha segnato il 6,5% in Piemonte contro un 8,1% a livello nazionale, anche se nella Città metropolitana di Torino è salita al 7,4%. L'occupazione, invece, ha segnato un 56,6% su base regionale (55,4% a Torino) contro il 52,2 nazionale.
Attenzione però ai nuovi dati, come quelli delle cosiddette 'great resignations', ovvero le dimissioni volontarie da un lavoro indeterminato, che nel 2022 sono state quasi 90 mila, il 71% del totale delle cessazioni di un contratto. "È un fenomeno che va investigato meglio e che interessa prevalentemente i millennials - ha spiegato il Direttore regionale di Inps Piemonte Filippo Bonanni - dimostra che c'è una dinamicità generazionale nel mercato del lavoro: soprattutto i giovani cercano posti di lavoro e aziende più motivanti, con un benessere anche organizzativo che li appaghi. Si dimettono ma trovano altre allocazioni, il mercato li riesce a riassorbire. Oggi il lavoro non è più la priorità per i giovani".
Chiorino: "La denatalità è il problema più grave"
Alla presentazione dei dati era presente anche l'assessore all'Istruzione e al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino, che ha commentato: "Il dato che maggiormente colpisce è il dato del grande tema della denatalità e del supporto ai servizi alla famiglia e di conseguenza all'occupazione femminile. La denatalità da una parte e l'allungarsi della vita media dall'altra implicano una revisione del sistema socio-economico strutturale e un'attenzione alle misurazioni politiche che possano andare ad invertire questo tasso di denatalità".
"Questo bilancio è l'occasione per ribadire una preoccupazione che abbiamo come amministrazione per le situazioni di povertà - ha invece puntualizzato l'assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità del Comune di Torino Jacopo Rosatelli - La riforma del reddito di cittadinanza a nostro avviso è stata concepita dal Governo senza tenere adeguatamente conto dei rischi a cui si espongono fasce sociali della popolazione più fragili. Sottolineo anche come il problema dell'abitare sia un problema molto grande, e il fatto che il Governo non abbia rifinanziato il fondo affitti e il fondo sulla morosità incolpevole espone molte persone al rischio di perdere anche la casa oltre al lavoro".
Soluzioni contro il Digital Divide
Un altro tema attuale affrontato dall'Istituto della Previdenza è il Digital Divide, ovvero la differenza di accesso a internet e al suo utilizzo, che porta a un minore accesso ai servizi di assistenza e colpisce in particolare alcune fasce di popolazione. È stato presentato un indice - l'Inps Inclusion Index - che permette di monitorare l'andamento del problema e generare risposte efficienti.
L'indice prende in considerazione cinque tipi di barriere che possono interessare un Comune: la velocità della rete, la distanza dai presidi Inps, il livello dei titoli di studio, la percentuale di over 65 e la percentuale di residenti stranieri. A partire da questi dati, Inps individuerà i comuni della Città metropolitana di Torino dove l'accesso ai servizi è particolarmente difficoltoso, per poter risolvere il problema.