Cinque nuovi indagati nell’inchiesta che la procura di Ivrea sta conducendo sull’incidente ferroviario di Brandizzo, costato la vita nella notte tra il 30 e il 31 agosto a 5 operai che stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari.
Nei guai i vertici della Sigifer
A quando si apprende i nuovi indagati sarebbero vertici e quadri della Sigifer, l’azienda incaricata di eseguire i lavori di manutenzione, e la stessa società. Le accuse contestate sarebbero disastro colposo ferroviario e omicidio colposo plurimo. Salgono così a 7 gli indagati, nei giorni scorsi infatti la procura aveva iscritto nel registro l’addetto di Rfi che la notte della tragedia si trovava sui binari e il capo cantiere.
Salvini: "I responsabili non resteranno impuniti"
''L'impegno comune è che ogni responsabilità venga chiarita al più presto. Le responsabilità che emergeranno non potranno rimanere impunite''. Lo sottolinea il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, in un'informativa urgente del Governo alla Camera sulla tragedia di Brandizzo.
''Già alla mattina del 31 agosto tutte le strutture del ministeriali sono a disposizione della Procura della Repubblica di Ivrea , con cui c'è totale sintonia e collaborazione", ha aggiunto Salvini. 'La mia personale vicinanza e di tutta l'aula ai famigliari di Kevin, Giuseppe, Micael, Giuseppe e Giuseppe le cinque vittime del tragico incidente dello scorso 30 agosto. Anche un solo morto sul lavoro è troppo e come istituzioni abbiamo il dovere di fare chiarezza sull'accaduto''.
"Non esistono tecnologie totalmente sicure"
''Nel contesto della manutenzione ferroviaria non esistono ad oggi tecnologie totalmente sicure e affidabili che consentano di prescindere dal corretto comportamento delle persone. Noi possiamo avere i protocolli, gli investimenti, le normative, i controlli, la formazione professionale, ma il fattore umano è determinante'' ha detto ancora il ministro delle Infrastrutture.
I legali della Sigifer: "Sarà chiarito ogni punto"
“Rispettiamo profondamente il diritto di cronaca ma siamo altresì convinti che la sede naturale per accertare la verità sia, esclusivamente, il procedimento penale. L’interlocuzione con la Procura della Repubblica e l’eventuale contraddittorio delle parti davanti ad un giudice terzo consentiranno di ricostruire i fatti senza approssimazioni e giudizi frettolosi che rischiano solo di generare, anche involontariamente, pericolose gogne mediatiche”. Così in una nota gli avvocati Pierpaolo Chiorazzo, Paolo Grasso e Alberto de Sanctis difensori della Sigifer.
“I nostri assistiti, che respingono le ipotesi accusatorie, oggi formulate a titolo provvisorio e solo per consentire il corretto esercizio del diritto di difesa, sono convinti che verranno accertate le reali responsabilità di quanto accaduto”, proseguono i legali che aggiungono: “ nel rispetto delle vittime e di tutti i soggetti coinvolti in questa immane tragedia, riteniamo quindi di mantenere un doveroso riserbo sugli accertamenti in corso. Siamo certi, peraltro, che tutti i soggetti processuali titolari del segreto istruttorio si impegneranno ad impedire la diffusione del contenuto degli atti di indagine”, concludono gli avvocati.