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Economia e lavoro | 11 agosto 2023, 07:00

L'eco-ansia: la sindrome del XXI secolo

Ormai da tempo si sente parlare di cambiamento climatico, ma mai come quest’anno stiamo verificandone gli effetti sulla nostra pelle.

L'eco-ansia: la sindrome del XXI secolo

Ormai da tempo si sente parlare di cambiamento climatico, ma mai come quest’anno stiamo verificandone gli effetti sulla nostra pelle. Fenomeni meteorologici estremi stanno interessando l’estate italiana e riversandosi sul mondo intero, preoccupando e confondendo la maggior parte della popolazione.

Soprattutto tra i giovani si sta diffondendo sempre di più una sorta di tristezza mista a paura e disagio dovuta all’esplosione della crisi climatica. Le è stato affibbiato il nome di eco-ansia. Ma quali sono le cause di questa eco-ansia e quali i sintomi? Come si può curare?

Come nasce l’eco-ansia

Per capire come combattere l’eco-ansia dobbiamo puntare la lente di ingrandimento sulle cause che l’hanno scatenata. Esistono, infatti, delle strategie per gestirla. È importante che vengano messe in atto il prima possibile per aiutare chi ne soffre a vivere il più serenamente possibile la propria quotidianità.

Le cause dell’eco-ansia

L’aumentare di fenomeni meteorologici sempre più estremi e il bombardamento mediatico sugli effetti devastanti di molte delle attività umane, stanno instillando, soprattutto nelle menti più giovani, disagio e paura.

I danni del surriscaldamento globale, sinora solo ipotizzati, adesso sono davanti agli occhi di tutti, e siamo solo all’inizio. La consapevolezza dei giovani in materia aumenta sempre più e, con essa, il senso di disagio, disperazione, colpevolezza e impotenza. Davanti a loro si apre un futuro sempre più incerto: come possono restare indifferenti di fronte a tutto questo?

Sintomi dell’eco-ansia

Sono tanti i giovani che rimangono incollati davanti a tv e smartphone in attesa delle previsioni del tempo. Con un inizio agosto all’insegna delle belle giornate estive, bisogna considerare anche il maltempo nel fine settimana, picchi di caldo al sud e grandine al nord. Ed è proprio questa iper-vigilanza nei confronti del meteo uno dei sintomi di questa sindrome.

Chi soffre di eco-ansia può anche essere affetto da disturbi del sonno e dell’appetito, tensione muscolare, mal di testa e disturbi gastrointestinali. Ma il vero campanello d’allarme che fa capire che senza dubbio si è affetti da questa sindrome prende il nome di solastalgia. Questa indica la malinconia e la tristezza che derivano da una futura perdita dell’ambiente in cui si vive. Assomiglia alla tristezza che prova chi è costretto a lasciare la terra che ama.

Come curare l’eco-ansia

Per provare ad affrontare e curare i sintomi dell’eco-ansia è necessario cercare di cambiare alcune abitudini e di adottarne delle altre a favore dell’ambiente.

La prima cosa in assoluto da fare è cercare di evitare le informazioni eccessivamente allarmistiche che TV, giornali o web riportano. Passare del tempo all’aria aperta è molto più utile che stare incollati agli schermi: piante e animali possono aiutare a scaricare parte dello stress accumulato.

Può essere utile iscriversi ad associazioni come Legambiente o ad organizzazioni che si occupano dell'equilibrio globale del Pianeta come il WWF. Inoltre mettere in atto piccoli gesti che possano essere d’aiuto all’ambiente, come, per esempio, fare la raccolta differenziata o anche cercare di non sprecare l’acqua, aiuta a diminuire il senso di colpa che si prova nei confronti del pianeta.

Dalle nuove generazioni la forza per salvare il pianeta

Curare l’ambiente significa curare noi stessi. L’uomo è fatto per vivere in sinergia con la natura non può cancellarla dalla sua esistenza. Questo sembra che le nuove generazioni lo comprendano bene.

Sicuramente una volta che troveranno la forza di andare oltre le loro ansie prenderanno in mano con grinta la sorte del nostro pianeta perché è il loro futuro che devono salvare. E lo faranno, perché la terra è la loro casa, perché non hanno alternative e perché sono gli unici in grado di trasformare i sogni in realtà.

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