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Economia e lavoro | 27 luglio 2023, 17:44

Tassi di interesse alle stelle, gli artigiani fanno i conti: "Per le pmi del Piemonte un costo extra da 509 milioni"

De Santis (Confartigianato Torino): "Se la Bce non si ferma sarà un disastro: si rischia di frenare lo sviluppo delle nostre imprese"

banconote di denaro contante

L'aumento del costo del denaro sta generando problemi gravi per le imprese, soprattutto le pmi

Oltre 500 milioni di euro: 509, per la precisione. Ecco il conto - decisamente salato - che le pmi piemontesi rischiano di pagare alla politica monetaria della Banca Centrale europea. Tutta "colpa" dei tassi di interesse che non accennano a mollare la loro scalata: i continui ritocchi, oltre a rendere il denaro sempre più costoso, finiscono per danneggiare l'intero sistema economico che si regge (anche) su prestiti e investimenti.

 

Un conto da capogiro

A lanciare l'allarme è Confartigianato, con le parole del presidente provinciale di Torino, Dino De Santis: “Se la BCE non si ferma sarà un disastro! La stretta monetaria è già costata oltre 509 milioni di euro di extra costi alle pmi del Piemonte. Non vedo sufficiente attenzione. Si rischia di frenare lo sviluppo delle nostre imprese”.

 

Costi extra, spiega il numero uno della sigla datoriale torinese, che pesano di più "dove le imprese sono più impegnate negli investimenti per crescere. Non vedo sufficiente attenzione. Si rischia di frenare lo sviluppo delle nostre imprese: la marginalità viene contratta all’osso e dunque anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività. Dalle evoluzioni di processo, acquisto di nuovi macchinari, rivoluzione degli spazi di lavoro. Ma tutto questo costa e le MPI rischiano di non poterselo permettere, contraendo così drammaticamente la propria capacità di stare sul mercato ed esprimere tutto il loro valore. Non parliamo di un rischio futuro. Già oggi i segnali di tensioni sulla domanda di credito sono evidenti".

 

Prospettive poco rosee

Le prospettive, peraltro, non consigliano ottimismo: l'ultimo rialzo (di 25 punti base) risale a poco più di un mese fa. Ma soprattutto trapela la concreta ipotesi che in vista ci sia un nuovo aumento. "In dodici mesi i tassi ufficiali sono stati rialzati otto volte, per complessivi 400 punti base. E’ presumibile quindi, che nel corso dell'anno si propagheranno effetti restrittivi sulla propensione ad investire. Una “tempesta perfetta” dato che si aggiunge ad altri diffusi segnali di rallentamento del ciclo economico”.

 

Anche le famiglie rischiano

E non è solo un problema di imprese - conclude De Santis -. Anche le famiglie stanno pagando a caro prezzo la politica monetaria europea. In queste ore il tasso Bce potrebbe lievitare 4,25%, trascinando con sé nuove difficoltà per chi deve affrontare rate sempre più pesanti del mutuo acceso per la casa, la macchina o credito al consumo in generale. E di certo da qui a fine anno assisteremo una riduzione delle compravendite immobiliari e degli acquisti con un impatto pesante sull’economia reale. Mi auguro che la voce, purtroppo isolata del Governo italiano, venga ascoltata in Europa”.

Massimiliano Sciullo

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