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Politica | 23 gennaio 2023, 08:43

Andrea Ballarè: “Terzo polo unica chance per il Paese di uscire dalle secche in cui si è arenato” [FOTO]

L’ex sindaco di Novara ha aderito al nuovo soggetto che Renzi e Calenda stanno per varare. “Non cerco strapuntini. Per le prossime regionali piemontesi – afferma - non accetterei mai un’alleanza col centrodestra che ricomprendesse Fratelli d’Italia”

Andrea Ballarè con altre personalità a Bruxelles

Andrea Ballarè, 55 anni, a Bruxelles

Andrea Ballarè, 55 anni, dottore commercialista, ex sindaco di Novara, è un personaggio di primo piano della politica piemontese di cui sentiremo parlare nei mesi a venire. Nel novembre dello scorso anno ha aderito ad Azione “Nella prospettiva – spiega - di dar vita ad un nuovo soggetto politico tra Azione e Italia Viva che auspicavo e che ora, finalmente, si sta concretizzando”.

Gli abbiamo rivolto alcune domande all’inizio di un anno, il 2023, che si annuncia propedeutico ai vari appuntamenti elettorali che interesseranno il 2024: europee, regionali, comunali e (forse) provinciali. 

Ballarè, lei è stato sindaco di Novara dal 2011 al 2016, città cerniera tra Piemonte e Lombardia in cui il centrosinistra non ha mai fatto faville. Com’era riuscito nell’impresa?

Ero stato candidato in una situazione oggettivamente difficile. Il Pd era a forte egemonia ex Ds pur con una significativa presenza cattolica. Ero tra i primi seguaci di Matteo Renzi. I miei valori erano - e lo sono ancora oggi - quelli del centro-sinistra, ma di una sinistra aperta al mondo delle imprese,  non ideologicamente ghettizzata. La differenza, a ben vedere, la fecero quegli elettori di centrodestra che mi scelsero. I cittadini di Novara capirono il messaggio e mi affidarono il governo della città”.

Che ricordi ha di quegli anni?

È stata una stagione entusiasmante, vissuta negli anni in cui Renzi aveva portato il Pd alla sorprendete percentuale del 40%. Nel 2016 mi ricandidai ma il clima non era più quello: persi e per cinque anni sono stato sui banchi dell’opposizione”.

Che cosa l’ha spinta a tornare nella mischia politica?

Premetto che la mia, ad oggi, è la semplice adesione ad un progetto. Sono appena entrato e non chiedo alcunchè. Metto la mia esperienza di ex amministratore che mi ha portato ad essere presidente di Anci Piemonte, a far parte del Comitato delle Regioni a Bruxelles di questo nuovo partito che mi auguro Renzi e Calenda possano varare quanto prima”.

Pensa che ce la faranno a stare insieme? Siamo in presenza di due “prime donne” e i rischi sono dietro l’angolo…

Quando sono stati uno premier e l’altro ministro dell’Industria hanno fatto cose egregie che il Paese attendeva da decenni. Sono due assoluti cavalli di razza. Non vedo altri partiti che abbiano leader con la capacità di visione come la loro, né personalità di questa caratura. Ciò detto, credo siano entrambi consapevoli della gravità della posta in gioco”.

Oggi la destra sembra destinata a farla da padrona. I sondaggi danno Giorgia Meloni più che mai sulla cresta dell’onda…

Guardi, ne ho viste tante e non mi stupirei se nel giro di qualche mese gli umori nel Paese cambiassero. Credo che a breve in Fratelli d’Italia verranno al pettine una serie di nodi e lì sarà un primo banco di prova. Salvini sta facendo precipitare la Lega. Forza Italia è ridotta al lumicino anche perché i partner di coalizione fanno di tutto per metterla all’angolo. Il Pd, tentato di rifare i Ds (Democratici di Sinistra), è in mezzo al guado e non ne uscirà tanto presto”.

Da quel che deduco, secondo lei lo spazio per il Terzo polo dunque c’è ed è ampio…

Eccome. La maggioranza di questo Paese vuole risposte e prima o poi si renderà conto che le ricette a base di slogan non servono”.

Pensa di ritentare l’avventura amministrativa a Novara?

Le minestre riscaldate non funzionano. Senza considerare l’impegno considerevole sul piano familiare e professionale. Ho fatto il sindaco nel momento in cui il Paese aveva forte la voglia di cambiare. Escludo l’eventualità di una ricandidatura. Do il mio modesto contributo alla nascita del nuovo partito che oggi non è ancora nelle corde degli italiani, ma lo diventerà se vorrà uscire dalle secche in cui si è arenato ieri con i populismi grillini e oggi con la demagogia della destra”.

Ballarè, non ha detto quali sono gli intendimenti per il suo futuro in politica…

Ho fatto una scelta di coerenza rispetto al mio percorso politico-amministrativo e ai miei valori. Offro volentieri, con generosità, una mano alla costruzione del nuovo soggetto politico. Non sono alla ricerca di strapuntini”.

Giampaolo Testa

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