"L’amicizia e la fratellanza sono il ponte della Storia che unisce la Città di Chivasso al popolo polacco”. Lo ha detto l’assessore Pasquale Centin, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Chivasso, porgendo un saluto di benvenuto alla Console Generale polacca a Milano Adrianna Siennicka in visita questa mattina nella città piemontese per celebrare il Giorno dell’Indipendenza della Polonia.
Il componente della Giunta Castello ha ricordato i 22 mila soldati polacchi ospitati a Chivasso, nella frazione Mandria, dal 1918 al 1919, per poi ricongiungersi alla ricostituita Armata Polacca in Francia. Tra i passaggi storici rimarcati da Centin vi sono stati inoltre l’adesione del Paese dell’Est Europa alla Nato nel 1999 e l’ingresso nell’Ue nel 2004.
In piazza Dalla Chiesa è stata deposta una corona d’alloro alla lapide che ricorda l’estremo sacrificio dei caduti polacchi. Il cerimoniale si è poi spostato nel cimitero di Chivasso e a Mandria.
Assieme alla Console Generale hanno preso parte alle manifestazioni anche il Console Onorario della Repubblica di Polonia a Torino, Ulrico Leiss de Leimburgla Presidente della Comunità Polacca di Torino Elzbieta Grzyb.
Presente anche il consigliere regionale Gianluca Gavazza.
“È difficile per le nostre generazioni parlare di guerra e di indipendenza: la guerra, per fortuna, non l’abbiamo vissuta, nell’indipendenza ci siamo nati e oggi l’indipendenza è così scontata che spesso ci dimentichiamo cos’è - commenta Gianluca Gavazza, consigliere regionale del Piemonte -. Ecco perché a volte viene difficile dare un senso al sacrificio di tanti giovani che credevano nell’indipendenza, nella difesa della Patria e negli ideali di libertà. Ed è per questo che provo un certo imbarazzo per questo tempo, che abolisce i confini e che sembra a volte non rispettare quegli ideali e questi morti”.
“Ricordiamo molti soldati polacchi che combatterono e morirono al fronte, alcuni sono rimasti qui, provati dalle malattie e giacciono nel cimitero della frazione Mandria di Chivasso, accanto ai nostri morti e non sono i loro nomi, per quanto importanti, a segnare il passo, ma è la loro età che deve farci riflettere - evidenzia Gianluca Gavazza, consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte -. Oggi se ci guardiamo attorno vediamo i loro coetanei che, probabilmente, non sanno quanto sono fortunati, per quanta libertà gli è stata regalata da questi mancati bisnonni. Sarebbe bello, che la nostra società tutta se ne rendesse conto e sarebbe così il modo migliore per ricordarli. Viva l’indipendenza e viva la libertà”.