L'Italia in generale, ed il Piemonte in particolare, hanno quel know how che altri, nel mondo, non hanno. Hanno la 'cultura dell'automobile', conoscono il settore automobilistico meglio di chiunque altro, insomma. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Italvolt a scegliere l'ex area Olivetti di Scarmagno per la realizzazione della prima "Gigafactory" d'Italia.
Durante la conferenza stampa che si è svolta oggi pomeriggio, mercoledì 3 marzo, nella sede di Confindustria Canavese, in corso Nigra a Ivrea, Lars Carlstrom, Ceo e fondatore di Italvolt, ha presentato il progetto. Con lui, anche Patrizia Paglia e Cristina Ghiringhello, rispettivamente Presidente e Direttore di Confindustria Canavese, Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte, Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio e alle Attività Produttive della Regione Piemonte, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino e Corrado Alberto, Presidente API Torino.
La Gigafactory avrà un impianto dedicato alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici. La prima fase, che ipotizza un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro, sarà completata entro la primavera 2024, un anno cruciale per l'industria automobilistica. "Sarà l'anno della svolta perchè ci sarà la conversione ai veicoli verdi", ha detto Lars Carlstrom.
L'inizio dei lavori avverrà invece tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
Perchè l'ex area Olivetti di Scarmagno
Il Ceo dell'azienda spiega i motivi che l'hanno portato a scegliere l'ex area Olivetti di Scarmagno, in fase di acquisto. Una scelta determinata dalla alla storia economica e sociale del territorio. Il Canavese è un’area da sempre fortemente vocata all’innovazione tecnologica, in cui hanno preso vita aziende altamente specializzate, leader in mercati di nicchia, con prodotti unici e talvolta anche rivoluzionari (a partire dalle macchine per scrivere Olivetti per passare alla scheda Arduino, solo per citare i più conosciuti).
Sono numerose infatti le imprese che detengono brevetti e quelle che sono leader di mercato in settori quali la meccanica, l’elettronica, la meccatronica, l’Ict e le telecomunicazioni. Inoltre, il territorio vanta aree di eccellenza produttiva, come l’Alto Canavese, dove viene trasformato a caldo circa il 50 per cento dell’acciaio nazionale utilizzato in prevalenza nel settore automotive.
"Ho scelto l'Italia ed il Piemonte per salvare e supportare l'automotive italiano - dice Carlstrom -. Questo territorio rappresenta un'opportunità per tutti. Ci sono i costruttori del settore automobilistico, c'è la logistica e c'è la cultura dell'automobile. Contrariamente a quanto è stato detto, la Regione non ha finanziato la nostra scelta, anzi. Io credo che se non supportiamo l'automotive italiano adesso, saremo mangiati dai tedeschi e dai francesi, già appoggiati dall'Europa".
Le ricadute lavorative ed economiche sul territorio
Darà lavoro a 4 mila addetti e potrà generare un indotto che nel complesso potrà arrivare a creare fino a 15.000 nuovi posti di lavoro. Numeri di grande rilievo per un territorio come quello canavesano che negli ultimi 30 anni è stato protagonista di una grande trasformazione economica, sociale, culturale. Un territorio che ha dovuto e saputo “cambiare pelle” passando dall’80% degli addetti nella grande impresa all’80% degli addetti nella piccola e media impresa e che nel corso della sua storia ha dimostrato più volte una grande capacità di reinventarsi e di far succedere cose che da altre parti non succedono.
"La maggior parte di loro saranno impiegati nella produzione. In questa Regione c'è una forza lavoro molto qualificata". Inoltre, in fase di discussione anche un accordo con Stellantis, che potrebbe essere già siglato ad aprile.
Il commento di Patrizia Paglia, di Confindustria Canavese
Durante la conferenza è intervenuta anche Patrizia Paglia, presidente di Confindustria Canavese.
“Siamo estremamente orgogliosi che Italvolt abbia scelto di costruire il suo impianto in Canavese - interviene -. Si tratta per tutti noi di una rara opportunità che, sono certa, potrà aiutare il territorio a crescere e svilupparsi, pertanto abbiamo ritenuto fondamentale che tutte le nostre associate potessero incontrare sin da subito il fondatore dell’azienda e ascoltare direttamente da lui il racconto del suo importante progetto. Con questa riunione abbiamo voluto dare tutti insieme il benvenuto a questa prossima realtà e lanciare alla nuova arrivata un segnale di disponibilità e collaborazione da parte del tessuto economico locale”.