Un primo trimestre in calo di oltre il 15%. E con un secondo trimestre caratterizzato dal lockdown, i numeri a consuntivo potrebbero essere anche peggio. Questa è l'immagine scattata dal Borsino immobiliare di FIMAA su Torino e il resto dell'area metropolitana. In proiezione, potrebbe voler dire - da qui a fine anno - un calo di almeno 100mila compravendite immobiliari, con un balzo indietro al 2016.
A corollario, si potrebbero allungare i tempi di chiusura degli affari, mentre non è detto che i prezzi finiscano per diminuire.
Difficile per ora fare previsioni precise, ma quel che appare è che stiano cambiando, oltre alle capacità di spesa, anche i bisogni delle persone. "Il 2020 è un anno di grandi incognite - commenta Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia -: i consumi volgono verso interessi nuovi, anche nel settore immobiliare con le famiglie che desiderano più verde, più spazi aperti. Siamo certi che il settore immobiliare sarà uno di quelli che potrà trainare, con il suo comparto, la nostra economia e aiutarla a rialzare la testa”.
Incertezza, si diceva: "Il timore è che non ci siano ancora le condizioni di consapevolezza rispetto alle conseguenze della pandemia sulla situazione economica, il che porterà inevitabilmente ad una parziale correzione in ribasso della domanda - aggiunge Luca Dondi Dall’Orologio, ad di Nomisma -. Ci saranno mutate situazioni di reddito e di occupazione, che influiranno sulla disponibilità delle famiglie, così come la selettività delle banche, dovuta anche ad una normativa europea abbastanza severa. E' importante che ci siano iniezioni di fiducia che compensino la tendenza all’attesa per gli investimenti. In tale impostazione un ruolo decisivo è chiamato a giocarlo la finanza, che adesso dovrà necessariamente svolgere una funzione di puntello e di supporto”.
Quel che resta del 2019
Prima che esplodesse l'emergenza sanitaria, però, la situazione era piuttosto differente. Il mercato di Torino nel 2019 si è chiuso con un bilancio nel complesso favorevole. I volumi di compravendita, con 13.647 scambi di abitazioni in Città e 16.722 nel resto del Territorio Metropolitano, confermavano la tendenza di crescita, pur lieve, rispetto all’anno precedente, con un piccolo aumento percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 1% nel Capoluogo e del 0,3% nei restanti Comuni. Il valore delle quotazioni era pressoché stabile pur presentando significative differenziazioni tra le aree centrali e la periferia. Se da un lato è aumentata la domanda di mono e bilocali, ma anche locali commerciali, soprattutto nel centro, nelle zone universitarie e sull’asse della linea metropolitana, dall’altro
diminuisce sensibilmente la richiesta, con conseguente diminuzione dei prezzi, nelle zone periferiche e collinari.
“I dati che ci arrivano dal 2019 ci parlano di un mercato in costante, se pur lieve, crescita e di alcuni settori di spicco in cui la tendenza positiva è stata più rilevante – afferma Beatrice Pinelli, responsabile del Borsino Immobiliare -. In particolare, Torino ha negli ultimi anni riscoperto la sua attitudine all’accoglienza, sia in ambito turistico-ricettivo, con un significativo aumento della richiesta di mono e bilocali da adibire a B&B, sia nel settore studentesco, che da ogni parte dell’Italia e anche dall’estero arrivano nella nostra città per frequentare le nostre prestigiose facoltà”.
“Siamo in un contesto di mercato immobiliare ancora ricco di incognite - conclude il presidente FIMAA Torino, Franco Dall’Aglio -, dove risulta ancora difficile, nonostante si sia giunti ormai alla conclusione del primo semestre, dare indicazioni certe sul percorso che il mercato immobiliare seguirà man mano che rientrerà l’emergenza sanitaria imposta dal Covid-19, nell’auspicio che non si verifichi un’emergenza di ritorno".