Un addio strappalacrime. Di quelli che solo le persone che amano il prossimo sono in grado di fare. E don Gianpiero, le sue anime di Castelrosso, le amava. Le amava eccome.
E così, domenica 16 febbraio, mentre fuori dalla parrocchia si raccoglievano le firme per non farlo andare via, dentro, sul sagrato della chiesa, lui recitava la sua ultima messa.
"Mi è difficile trovare in questo momento le giuste parole per condividere con voi la mia inevitabile, tormentata e sofferta decisione di dover rinunciare a questa amata parrocchia dedicata ai Santi Giovanni Battista e Rocco - ha esordito -. Gli avvenimenti che si sono susseguiti in questi ultimi dodici mesi, ovvero da quando nel febbraio 2019 chiesi alla Curia diocesana di essere aiutato nella sempre più problematica gestione della Casa della Fraternità, non pensavo si rivoltassero contro la mia persona ed il mio operato tanto da dover essere commissariato e ancor più esautorato delle mie funzioni amministrative di Parroco togliendomi improvvisamente, in una notte d’agosto, senza appello e giustificazione, la titolarità e la legale rappresentanza civile e giuridica della parrocchia e quindi del suo patrimonio e dei conti bancari: mi son sentito trattato come fossi stato un ladro e un disonesto amministratore".
Don Gianpiero ha ripercorso tutti momenti passati in frazione, dalla morte dello storico parroco don Nicolino Averono avvenuta sei anni fa. Non ha negato nemmeno di aver chiesto aiuto alla diocesi quando ha incontrato delle difficoltà nella gestione della casa di riposo.
"Subentrare al compianto predecessore non è stato per me compito facile e comunque nonostante l’inesperienza, nel condurre gli affari di questo mondo in maniera “manageriale” e nonostante le gravosi difficoltà, mi sono rimboccato le maniche e oltre a fare, durante il giorno, il Pastore di anime, molte e lunghe notti di questi sei anni, le ho passate a studiare norme civili, capire e decidere come sbrogliare questioni finanziarie, burocratiche e legislative e su come gestire, al meglio, la Casa di Riposo e le tante magagne del passato che di volta in volta sempre più emergevano. Affermo quindi in tutta serenità che nella mia gestione non ho mai depredato, distratto, utilizzato il patrimonio della comunità parrocchiale per fini miei personali e/o per versarli a favore della rsa e viceversa e questo lo possono confermare i membri del Consiglio Affari Economici Parrocchiale".
Ha spiegato che i problemi sono cominciati ad agosto. "Però a partire da agosto 2019 in avanti, cioè dal commissariamento in poi, tutto ciò è accaduto e quindi anziché cercare soluzioni adeguate per affrontare la criticità della RSA per la quale io ho chiesto consigli all’Ufficio Giuridico nazionale della Cei su come scorporarla e renderla un ente giuridico autonomo e distinto dalla Parrocchia, il Vescovo ed i suoi collaboratori, hanno pensato bene, invece, di utilizzare, senza informare i consiglieri degli affari economici parrocchiali, i fondi che con tanta generosità e liberalità avete donato fino ad oggi, a questa vostra stupenda chiesa, e che dovevano invece essere utilizzati per realizzare i tanti lavori in cantiere tra i quali anche il nuovo Oratorio".
Le dimissioni sono state per lui una scelta obbligata.
"Non ho più parole se non dirvi che con voi e i vostri ragazzi ho gioito, insegnato, viaggiato, parlato, ascoltato, dormito, pianto, scherzato, giocato e sofferto e tutti i frutti pastorali del mio essere sacerdote per voi e con voi sicuramente non andranno persi. Le cose fatte e realizzate insieme sono state davvero tante e come scrisse San Paolo a Timoteo anch’io vi dico “ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.
Da domani, lunedì 17 febbraio, don Gianpiero Valerio non è più parroco di Castelrosso. Ha però mantenuto i suoi incarichi nelle chiese della Coppina ed in frazione Torassi.