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Economia e lavoro | 06 febbraio 2020, 06:00

Credito, l'artigianato lancia il suo grido d'allarme: calano le concessioni dell'8,5% a Torino

In Piemonte il dato è ancora più preoccupante: -11%. De Santis: "Banche sempre più selettive. Ci sono situazioni familiari di profonda incertezza e spesso succede che gli artigiani ricorrano al proprio patrimonio personale per non darsi per vinti e soccombere alla crisi"

Credito, l'artigianato lancia il suo grido d'allarme: calano le concessioni dell'8,5% a Torino

E' allarme credito, per il mondo artigiano torinese, così come quello piemontese. gli ultimi dati di Confartigianato, infatti, segnano una diminuzione delle concessioni da parte degli istituti bancari dell'8,5% soltanto nel capoluogo, ma cifra è ancora più preoccupante (-11%) in Piemonte. 
"Le banche stanno diventando sempre più selettive - rileva Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino - e ci sono situazioni familiari di profonda incertezza, tanto che spesso succede che gli artigiani ricorrano al proprio patrimonio personale per non darsi per vinti e soccombere alla crisi”.

La situazione si presenta in un contesto di incertezza caratterizzato dall’imminente Brexit, dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento della manifattura in Germania, fenomeni accanto ai quali persiste una bassa crescita dell’economia italiana. 

A livello provinciale, la situazione più preoccupante è quella di Alessandria con -17,7% (al 30 giugno 2019 rispetto al 30 giugno 2018), seguono Biella (-16,6%), Asti (-16,3%), Vercelli (-14,1%), Novara (-12,4%), Cuneo (-9,2%), Torino (-8,5%) e il Verbano Cusio Ossola a -7,3%.


“Circa il 50% delle nostre imprese ha visto inasprirsi le condizioni di accesso al credito e circa un quarto ha visto rifiutarsi qualsiasi apertura di credito ulteriore. Gli artigiani che evidenziano queste problematiche sono sempre più numerosi - prosegue De Santis -. E non mi pare che siano tutti soggetti cosi poco ‘meritevoli di credito’, anzi tra loro ci sono molti imprenditori che svolgono la loro attività da decenni e godono di una reputazione morale di tutto rispetto, ma certamente questi non sono fattori che gli ‘automatismi del credito’ considerano importanti”.

“In un contesto di crisi epocale - conclude Dino De Santis - la mancata erogazione del prestito alle micro e piccole imprese artigiane, oltre che alla tenuta sociale potrebbe influire negativamente sulla sopravvivenza delle pmi, già così pesantemente piegate dalle imposte, pressione fiscale e burocratica. Ricordiamo che dietro un’impresa artigiana c’è una famiglia, ci sono dipendenti, c’è un lavoro che viene tramandato di padre in figlio".

Massimiliano Sciullo

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