“Libertà era la parola che univa tutti i Partigiani e tutti coloro che erano avversi al regime”. Il presidente della sezione “Boris Bradac” dell'Anpi di Chivasso, ha ricordato così la figura di Leandro Savia e di tutti gli altri Partigiani chivassesi che si unirono alla Resistenza e che morirono combattendo per assicurare un futuro di libertà al loro Paese.
Una commemorazione sentita quella di mercoledì 18 aprile, nel cortile della Scuola Primaria e Secondaria di frazione Castelrosso, dove gli studenti hanno sottolineato il momento dello scoprimento della lapide a Savia intonando “Bella ciao!”.
Giuseppe Leandro Savia era nato l'8 gennaio 1923 a Crevoladossola, in provincia di Novara e abitò a Castelrosso in via San Rocco 17; militare della Folgore con il grado di caporale, disertò per unirsi alla Resistenza con il nome di battaglia “Lallo”. Partigiano nella formazione I Divisione Garibaldi IV Brigata, compì un atto eroico che gli costò la vita, il 3 luglio 1944, quando nel centro di Moretta, in provincia di Cuneo, i tedeschi trovarono un'auto carica di armi: immediatamente scaricarono da un loro camion un lanciafiamme e minacciarono di bruciare il paese, così Savia, che faceva parte del gruppo a cui apparteneva l'auto, si costituì ai tedeschi, evitando la rappresaglia sui civili. Fu portato alla caserma “Conte Torino” di Pinerolo, sede delle SS, e torturato; alle 6 del mattino del 4 agosto 1944 fu impiccato nel galoppatoio della caserma stessa e il suo cadavere fu esposto al pubblico.
“Questo momento – ha detto Vinicio Milani nel suo intervento -, ci consente di riflettere su una serie di passaggi che stanno alla base della nostra democrazia e della nostra convivenza: insieme a Leandro savia vogliamo ricordare il sacrificio delle decine di migliaia di persone, militari, partigiani, donne, uomini, ragazzi, deportati, militari, che vollero conservare la loro dignità di cittadini, anche a costo di perdere la propria vita per la Libertà e ridare all'Italia la sua dignità”.
Il Presidente dell'Anpi ha poi voluto ricordare i Caduti per la Libertà di Chivasso: Eugenio Bisattini, Luigi Bocca, Alfredo Bogetto di Castelrosso, Boris Bradac, Donato Bottero, Onorato Cambursano, Angelo Cena, Giacomo Curreno, Michele Perinetto, Gino De Conto, Aldo Lusano, Giorgio Maritano, Andrea Mensa, Luigi Molinaro, Mansueto Pillot, Giuseppe Annino, Antonio Guelfo e Giovanni Piccone.
“Leandro è stato un partigiano combattente – ha concluso Milani -, ma la Resistenza ha visto il contributo delle donne, dei cittadini, della pubblica amministrazione, dei preti (Don Dublino) e di tante categorie di persone, senza le quali sarebbe stata una Resistenza monca”.