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Economia e lavoro | 26 dicembre 2017, 15:30

Da Torino arriva q3d, la lampada che è anche una stampante 3D

Nasce dalla collaborazione tra Politronica, azienda nata dal Politecnico di Torino, e la danese Tiger. Introduce i bambini alla robotica

Da Torino arriva q3d, la lampada che è anche una stampante 3D

 

A Torino nasce Q3d, una stampante 3d che rappresenta uno strumento ludico didattico rivoluzionario, al pari alla nascita del mitico Commodore 64, che introdusse all'informatica intere generazioni, partendo dai giovanissimi. Questo innovativo prodotto introduce invece i bambini alla robotica e all'elettronica; una vera stampante 3d che si devono montare e attraverso cui possono produrre oggetti.

Q3d è una lampada da tavolo e una stampante 3D ed è il primo oggetto completamente prodotto da una fabbrica 4.0. Nasce da una parternship tra Flying Tiger Copenaghen e Politronica, spinoff del Politecnico di Torino.

Maurizio Mambrin, torinese di 48 anni, con grande esperienza maturata nell'e-commerce, è il fondatore del progetto, Politronica è il braccio operativo: “Ci siamo incontrati nel 2014, per un banale errore si è finiti per stampare in verticale – dice Maurizio Mambrin -. Scoperta l'opportunità di stampare sull'asse “z” nasce il confronto e, in seguito, un gruppo di lavoro, formato da 16 persone di provenienze diverse. Accademici ricercatori, esperti di marketing e makers, come ad esempio il gruppo di Chivasso, definito “Unità K”. Un gruppo eterogeneo, sponsorizzato da una società svizzera specializzata in costruzione di droni. Qualche settimana fa, l'acquisizione del 75% di Politronica da parte della società svizzera, avviando una Ico in criptovalute che ci consente di svilupparci al di fuori delle logiche delle quotazioni e del finanziamento bancario, in un sistema per così dire più anglosassone”.

L’estetica della q3d si ispira al lavoro dell’artista statunitense Alexander Calder, in particolare ad un alfabeto di forme a cui ci si è riferiti per “tradurre” le sagome delle componenti plastiche (xyz).

Il design ha preso a sua volta ispirazione dall’iconica lampada Luxo L-1, realizzata nel 1937 dal designer norvegese Jac Jacobsen e destinata a essere uno degli oggetti più riprodotti nella storia del design, fino a diventare la mascotte degli studi Pixar Animation.

Meccanicamente il braccio della q3d è mosso con incredibile precisione da fili ed elastici che interagiscono con la rotazione del piatto. In questo modo, per la prima volta nella storia della robotica, geometria delta e polare si combinano in un solo oggetto.

L’elettronica della q3d ha il suo cuore nell’italianissima Arduino e presenta un firmware accuratamente ottimizzato basato su librerie open source.

“Abbiamo scelto Tiger perchè ci consente di costruire su ordinazione, nel contesto di una sorta di artigianato 2.0 – spiega Maurizio Mambrin -. Possiamo portare un prodotto, costruito uno alla volta, su uno scaffale da 5 milioni di accessi l'anno. Si tratta di un progetto più complessivo, di una Fabbrica 4.0 che rappresenta l'evoluzione della manifattura, per la quale è in corso un processo di digitalizzazione, costo marginale zero, produzione “one to one”, con il consumer che al tempo stesso è produttore. Attualmente i centri sono una trentina nel Nord Italia, sulle grandi commesse abbiamo la possibilità di lavorare tutti insieme in rete. Puntiamo alla plastica per l'elettronica, una manifattura che oggi in Europa pesa per 190 miliardi di euro. La pagina di prenotazione di Q3d è uscita alla vigilia di Natale, in due giorni abbiamo già avuto 31 prenotazioni, che per la mia esperienza è tantissimo. Per i prossimi tre mesi contiamo di produrre 500 pezzi con l'obiettivo di estendere nel resto d'Italia i centri e passare dalle attuali 50 macchine di produzione a mille e 90 centri, per arrivare poi tra i 300 e i mille centri nel mondo”.

La vera innovazione di q3d risiede nella tecnica di stampa: come una qualsiasi stampante 3D FDM estrude materiale, ma in questo caso non si tratta di plastica fusa, bensì di una resina polimerica che, a differenza delle resine foto reticolanti finora utilizzate nell’ambito della stampa 3D, indurisce con la luce bianca emessa da una normale lampadina a Led. Ecco svelato il “trucco” per cui q3d può essere utilizzata anche come lampada da tavolo.

Il suo piatto di stampa consente la realizzazione di oggetti di dimensioni 80x80x120 mm, creati in esclusiva con Flying Tiger Copenaghen mediante tecniche di modellazione in realtà virtuale.

I file degli oggetti verranno rilasciati secondo collezioni periodiche unitamente alle confezioni di ricariche di resina acquistabili nei negozi Tiger e successivamente resi disponibili in download nell’apposita sezione che verrà predisposta in questo sito.

Per restituire un’esperienza ludico-didattica, la q3d viene fornita smontata sotto forma di Kit in accordo con la filosofia “RepRap”, ma assemblabile con la facilità del Meccano per essere accessibile anche dai giovanissimi.

Come detto, Q3d vede la luce all’interno di una vera e propria fabbrica 4.0 diffusa che produce secondo criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva in just in time a km 0: ciascun centro di stampa digitale aderente al network Qubit3D ha contribuito alla produzione delle sue componenti plastiche che sono realizzate in Pla (acido polilattico), un materiale ecologico ed eco compatibile ottenuto da coltivazioni di mais anch’esse a chilometro zero.

Q3d rappresenta il primo passo di un percorso di sperimentazione e accompagnamento del consumatore verso la sua trasformazione in produttore-consumatore, il prosumer.

Connesso ad uno stadio più avanzato del progetto, vi è infatti il rilascio di un “pantografo virtuale” attualmente in fase di studio e che, grazie alla realtà aumentata ormai facilmente accessibile anche da mobile, consentirà agli utenti di sperimentare tecniche di modellazione semplici e intuitive perché sviluppate a partire dalla movimentazione antropomorfa del braccio di stampa della q3d.

Q3d arriverà nei negozi al termine delle festività. Sarà inizialmente in vendita dal 12 gennaio nei negozi di Milano-Corso Buenos Aires e Torino-via XX Settembre 51.

Flavio Giuliano

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