Il 10% residuo potrà essere compensato attraverso l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell’unione europea, l’impiego di e-fuel e biocarburanti sostenibili. Ce ne parla Michele Quaglia, Presidente Regionale Autoriparazioni Confartigianato.
Dal 2025, accanto ai veicoli elettrici (BEV) e a quelli ad idrogeno, potranno ancora essere venduti ibridi plug-in (PHEV), mild hybrid, range extender (il motore a benzina agisce solo come generatore di corrente per il motore elettrico) e veicoli con motore endotermico alimentati con carburanti a basse o nulle emissioni nette.
Significative anche la retromarcia sui furgoni con una riduzione delle emissioni richiesta al 40% entro il 2030 anziché il 50%.
Interessato anche il settore flotte aziendali con nuove quote minime di immatricolazione per auto elettriche con obiettivi differenziati per stato membro.
Nelle intenzioni della Commissione queste modifiche, riconfermando un chiaro segnale di mercato verso l’elettrificazione, vogliono introdurre flessibilità e un approccio improntato alla neutralità tecnologica sotto la spinta di pressioni economiche e industriali.
Per favorire la transizione viene definita anche una nuova categoria le cosiddette E-Car, veicoli elettrici fino a 4,2 mt di lunghezza, proposta da alcuni costruttori, con l’introduzione di incentivi specifici. Fino al 2035 le case automobilistiche potranno beneficiare di super crediti per le piccole autovetture elettriche a prezzi accessibili prodotte nell’Unione Europea.
Vengono confermate le iniziative per le batterie: per accelerare una catena del valore europea saranno disponibili 1,8 miliardi di euro e dal pacchetto “Automotive Omnibus” si riscrivono norme di semplificazione per ridurre i costi dei produttori europei.
Giudizi contrastanti tra i portatori di interesse.
Commenti favorevoli dal governo tedesco «…passi nella giusta direzione per conciliare meglio obiettivi climatici, realtà di mercato, imprese e posti di lavoro.» ha detto il Cancelliere Merz.
«In Europa abbiamo aperto una breccia nel muro dell’ideologia. Il totem del 2035 per lo stop ai motori endotermici è caduto. Ora servono riforme radicali e neutralità tecnologica. Soluzioni diverse dall’elettrico puro possono contribuire a tutelare competitività industriale e accompagnare una transizione equilibrata sotto il profilo economico e sociale.» Così dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
«Un passo importantissimo in una visione più pragmatica e meno dogmatica che si ispira al principio della neutralità tecnologica» lo dichiara l’amministratore delegato di Bmw Italia.
Critico Stellantis: «Le proposte non affrontano in modo significativo i problemi che il settore ha di fronte in questo momento. E’ un passo importante la riduzione al 90% delle emissioni al 2035 ma insufficiente per sostenere la produzione di veicoli accessibili per la maggioranza dei clienti.»
Mentre Volvo rimane fedele alla scelta a favore della mobilità elettrica.
Transport & Environment (T&E) rete europea di ONG che lavora per un sistema di trasporti a zero emissioni, rilascia una dura dichiarazione: «Allevare cavalli più veloci non avrebbe fermato l’ascesa dell’automobile. Ogni euro dirottato altrove è un euro non investito nei veicoli elettrici, mentre la Cina corre sempre più veloce. Aggrapparsi ai motori a combustione non renderà più grandi i costruttori europei.»
I tempi di attuazione non saranno brevi in quanto la proposta della Commissione dovrà comunque passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio Europeo dove già Spagna, Francia e i Paesi Nordici con sfumature diverse hanno annunciato l’opposizione alle modifiche.
L’Europa rallenta sul Green Deal, questo si può dire.
Fare oggi marcia indietro vanifica i passi fatti finora o apre nuove opportunità?
Citando Manzoni: “Ai posteri…..”
Michele Quaglia, Presidente Regionale Autoriparazioni Confartigianato













