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Attualità | 02 settembre 2025, 12:32

Nel 2025 già 140mila euro di danni dai cinghiali, Coldiretti Torino: "Irresponsabile non aprire la caccia al 1 settembre"

Quest'anno uccisi solo 2.670 esemplari: "Obiettivo deve essere 15mila"

Nel 2025 già 140mila euro di danni dai cinghiali, Coldiretti Torino: "Irresponsabile non aprire la caccia al 1 settembre"

Gli ambiti territoriali di caccia e i Comprensori alpini non hanno applicato l’apertura anticipata alla caccia in braccata al cinghiale chiesta dalla Regione e dal Commissario nazionale per il contrasto alla Peste suina africana. L’anticipo dell’apertura è stato fissato dalla Regione al 1 settembre ma la caccia resta chiusa in tutti gli ambiti della Città metropolitana di Torino. I consigli di ATC e CA, sentite le squadre di caccia al cinghiale, hanno scelto periodi di caccia più “conservativi” con partenza nemmeno al 21 settembre, data di apertura della stagione venatoria, ma addirittura il 1 ottobre.

"Atteggiamento irresponsabile"

"Un atteggiamento irresponsabile – non usa mezzi termini il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici Che va contro lo spirito di collaborazione che dovrebbe improntare questo momento difficile dove l’infezione di Peste suina africana è ormai alle porte del Torinese. Proprio in presenza delle zone cuscinetto per la PSA che coinvolgono anche comuni canavesani lascia perplessi ancora di più la scelta degli ATC dell’area Nord della provincia di non seguire le indicazioni della Regione e ritardare l’apertura della caccia al cinghiale".

Coldiretti Torino stigmatizza le decisioni degli ATC ed Ca "che continuano a non rispondere alle forti preoccupazioni dell’agricoltura e del settore agroalimentare in allarme per l’arrivo in Italia della PSA. Ricordiamo che questa epidemia diffusa dai cinghiali ha permesso alla speculazione di penalizzare economicamente il settore suinicolo piemontese che vale il 15% del prodotto suinicolo nazionale e fornisce cosce per il prosciutto di Parma e per il San Daniele".

La mancanza di collaborazione del mondo venatorio sull’abbattimento dei cinghiali risulta ancora più incomprensibile di fronte ai dati dei danni causati dai cinghiali alle colture agricole.

I numeri

Nel 2025, fino al 30 agosto, risultano accertati circa 140 mila euro di danni causati dai cinghiali alle colture nel territorio della Città metropolitana di Torino; mentre per l’intero territorio regionale i danni ammontano a circa 280mila euro.

Ma per l’anno 2024 i danni per il Torinese sono di oltre 570mila euro mentre per l’intero Piemonte mentre per tutto il Piemonte, a consuntivo, sono stati accertati 4.170.167 euro di danni. Di fronte a questi dati è evidente la scarsità degli abbattimenti.

Nell’anno in corso nel territorio della Città metropolitana di Torino sono stati abbattuti, finora, 2.670 cinghiali. Mentre nel 2024 gli abbattimenti sono stati 10.540; mentre per il Piemonte sono 10.636; Nel 2024 sono stati 10.540 in Città metropolitana e 32.446 nell’intero Piemonte.

Servono 15mila cinghiali abbattuti

"Coldiretti Torino chiede che in Città metropolitana si raggiunga il numero di 15mila cinghiali abbattuti ogni anno; mentre per il territorio regionale il numero deve attestarsi sui 50mila capi. Questi sono obiettivi minimi per garantire la nostra produzione di cibo e per contenere l’epidemia di PSA. Nel giugno 2024 con abbiamo chiamato gli agricoltori a manifestare sotto la Regione che hanno risposto con un’imponente partecipazione. Siamo davvero esasperati. L’economia agricola è incompatibile con la presenza di numeri fuori controllo di cinghiali nelle nostre campagne. ATC e CA vanno richiamati con forza alla loro responsabilità. Ribadiamo ancora una volta che la fauna selvatica non appartiene ai cacciatori ma è un patrimonio dello Stato che va gestito negli interessi di tutta la collettività compresa l’agricoltura".

comunicato stampa

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