Uno dei marchi storici del cioccolato del Piemonte punta ancora sulla qualità locale, a caccia delle nocciole migliori. E anche Torino è pronta a fare la sua parte: anche le aziende che operano in questo settore nella provincia del capoluogo, infatti, entrano nella squadra che Novi vuole raccogliere intorno a sé almeno per i prossimi 5 anni.
Un vero e proprio accordo di filiera, che riunisce intorno a sé il meglio del settore e che si rinnova ancora una volta, ampliando il territorio coinvolto. "La qualità è un'esigenza sempre più stringente e come Coldiretti cerchiamo di proporre sempre di più prodotti di questo genere, anche se non è facile fare i conti con condizioni e cambiamenti climatici", dice Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte. "Siamo felici di dedicare a Novi parte della nostra produzione".
Dieci anni di crescita
Numeri alla mano, si tratta di una fetta di produttori in crescita: in dieci anni, infatti, le aziende torinesi sono salite da 206 a 380, arrivando a sfiorare il 5% del totale, pur in un comparto in cui la fanno da padrone Cuneo e Asti, rispettivamente con 4629 e 2457 aziende specializzate in questa frutta a guscio.
Sono oltre 792 gli ettari dedicati a questa produzione, in aumento rispetto al 2023 del 214%. Una vocazione emergente, insomma, al fianco di altre colture più tradizionali.
Garanzie per chi produce, anche sugli incassi
"La nocciola è uno degli ingredienti fondamentali del nostro cioccolato e abbiamo iniziato a rapportarci da anni con questo strano tipo di agricoltori - dice Guido Repetto, presidente dell'azienda Elah Doufour Novi - Siamo partiti con un percorso di rapporto con i produttori ben prima che si parlasse di filiera. Per noi l'azienda è espressione del territorio, a cominciare di chi ci lavora. La nostra volontà è di crescere ancora, dando la sicurezza ai produttori di vendere il proprio bene, con un margine di remunerazione".
L'accordo si amplia a tutto il Piemonte
A fare da collante sarà Coldiretti Alessandria, insieme alla cooperativa di Monferrato frutta, come spiega il presidente della sigla di categoria Mauro Bianco: "L'accordo è nato dieci anni fa solo su Asti e Alessandria, ma ora si amplia su tutto il Piemonte e siamo contenti di dare questa opportunità anche ad altri produttori. Facciamo qualità, ma diamo anche garanzie: al consumatore, ma anche a chi coltiva. Le ricadute sul territorio sono di svariati milioni di euro, con un partner importante che garantisce di pagare".
Il settore, tuttavia, paga un'annata particolarmente piovosa. Ma per il momento sembra ancora tranquilla la situazione con le cimici. Ma l'ottimismo non manca, tra gli addetti ai lavori. "La qualità premia sempre - aggiunge Brizzolari - e questo è previsto esplicitamente nell'accordo. Un modo per stimolare i produttori a fare ancora meglio".
"Con gli anni sta migliorando l'approccio di chi lavora in agricoltura - commenta Repetto - e parte del merito è anche legato proprio a questi accordi che cambiano la mentalità del settore, grazie anche alle nuove generazioni".