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Economia e lavoro | 16 gennaio 2024, 16:30

Allarme rosso per i negozi sotto casa: in dieci anni, il Piemonte ha visto le aperture crollare del 70%

Secondo le stime di Confesercenti, dal 2013 allo scorso anno si è passati da 4581 a 1380 serrande che si alzano. Nel 2030 si potrebbe scendere ancora, sotto quota mille

negozio chiuso

Negli ultimi dieci anni sono crollate le nuove aperture di negozi in Piemonte

Dieci anni e un calo costante. Non è un'istantanea rassicurante, quella scattata da Confesercenti sul mondo del commercio al dettaglio piemontese. La conferma arriva dalle rilevazioni al termine del 2023, anno che non ha certo modificato in meglio la tendenza.

Secondo quanto registrato dagli esperti degli uffici studi, in tutta la regione, nell'arco di tempo tra il 2013 e l'anno appena passato, il numero di aperture dei negozi si è ridotto di quasi il 70%. Una sorta di "sparizione" collettiva: nessuno (o quasi) punta più sul commercio tradizionale. Un po' per la congiuntura economica negativa, un po' per la concorrenza dei grandi punti di distribuzione e per la pratica sempre più consolidata degli acquisti online.

Numeri in picchiata: paura per il 2030

"Nell’arco di dieci anni nella nostra regione il numero di aperture dei negozi si è ridotto del 70%: furono 4.581 nel 2013, si riducono a 1.380 quest’anno", dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte. Ma il futuro potrebbe riservare scenari ancora peggiori. "Secondo le nostre proiezioni - prosegue - in assenza di interventi, nel 2030 le aperture in Piemonte potrebbero essere poco meno di 1.000. Il che rappresenta un problema non soltanto per le categorie coinvolte, ma riguarda tutti: senza commercio di vicinato saranno più poveri anche vie e quartieri dal punto di vista della vivibilità, della coesione sociale e della sicurezza sicurezza, senza contare il drammatico restringimento della possibilità di scelta e del livello dei servizi offerti ai consumatori”.

I saldi partiti in sordina

D'altra parte, i dati sulle prime giornate di saldi (cominciati anche nella nostra regione lo scorso 5 gennaio), non lasciavano trapelare grandi margini di ottimismo: pur con un budget famigliare medio stimato in circa 130 euro, le giornate di maltempo che hanno accompagnato gli inizi delle vendite promozionali hanno un po' smorzato lo sprint che una volta era il simbolo di questi momenti di sconti.
Tra le speranze per il futuro, poi, c'è anche la prospettiva legata alla diminuzione del cuneo fiscale e alla diminuzione delle aliquote Irpef, che potrebbero lasciare qualche soldo in più nelle tasche (anche) dei piemontesi e dunque spingere verso l'alto i consumi.

Massimiliano Sciullo

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