Un centinaio di lavoratori in smart working costretti alla casa integrazione. E' l'allarme lanciato dalle segreterie locali di sindacati Cgil, Cisl e Uil, Filcams, Fisascat e Uiltucs. Il settore coinvolto è quello della ristorazione.
"E questo solo per la scelta organizzativa di tre o quattro aziende del Canavese - dicono i sindacati -. Lavorare da casa produce solo ricchezza e risparmio per le aziende e questo territorio patisce enormemente questa scelta. Oggi non c'è nessun segnale in merito alla volontà di intavolare una discussione per non doverci trovare nel 2022 con un incremento della disoccupazione".