/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 12 novembre 2020, 19:45

Gli artigiani pagano il conto alla Zona Rossa: a Torino fatturati in calo dal 35 al 100%

Tante le categorie coinvolte, dagli impiantisti ai fotografi, dai taxi alle pasticcerie, fino alle estetiste, che sono praticamente ferme. De Santis (Confartigianato): "Anche chi è ancora aperto sta pagando pegno: i ristori non vadano per codici Ateco, ma per cali di ricavi"

Gli artigiani pagano il conto alla Zona Rossa: a Torino fatturati in calo dal 35 al 100%

Dal -35% degli impiantisti al -40% dell'edilizia, passando per parrucchieri, pasticcerie, fotografi, abbigliamento, lavanderie, fino all'apice delle estetiste, che sono letteralmente bloccate e dunque segnano un calo del 100 per cento nel loro fatturato. Sono risultati inquietanti quelli contenuti nell'indagine elaborata da Confartigianato Torino in questi primi giorni di Zona Rossa. Un lockdown che, per quanto "morbido", sta colpendo in profondità molte categorie.

C'è chi se la cava con l'asporto, ma non basta. Mentre altri sono costretti a farmarsi del tutto, scontando anche una certa ritrosia da parte della clientela. “Prima di tutto – afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino - bisogna sottolineare che il decreto, collegato all'inserimento di Torino e del Piemonte tra le "zone rosse", ha creato una confusione che non va di certo a vantaggio delle imprese, anche di quelle rimaste aperte". “La grande maggioranza delle attività artigiane anche se è aperta – prosegue - paga il pegno di lavorare in un’area delimitata come "zona rossa", quindi con un traffico di clientela  pressochè dimezzato, in quanto le persone si possono spostare solo per motivi di lavoro e di salute. Inoltre, le nostre botteghe rappresentano dei punti di riferimento per la clientela che è abituata anche a spostarsi in un altro comune diverso da quello di residenza per raggiungere, per esempio, il proprio parrucchiere di fiducia”.

“Ed è per questo che anche le attività aperte – continua De Santis – stanno registrato un pesante calo di fatturato. Per molti il 2020 è irrimediabilmente compromesso e la gestione del 2021, pur rimanendo incerta e legata alla durata della pandemia, potrebbe rappresentare un’ulteriore criticità”.

“È inaccettabile che si creino disparità così evidenti tra aziende dello stesso settore. È fondamentale quindi – conclude De Santis - che, in fase di conversione dei due DL Ristori in Parlamento, vengano ampliati i codici ATECO se non addirittura annullati, a favore di un ragionamento che individui i beneficiari dei ristori seguendo la logica del calo di fatturato".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium