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Politica | 04 agosto 2020, 15:26

Carceri, un terzo dei casi di Covid tra detenuti in Italia si è registrato in Piemonte

Secondo il garante "il problema del sovraffollamento è sotto gli occhi di tutti". A febbraio nella nostra regione c'erano 4.553 detenuti nelle carceri a fronte di 3.783 posti disponibili. Situazione poi addirittura peggiorata

Carceri, un terzo dei casi di Covid tra detenuti in Italia si è registrato in Piemonte

“Sovraffollamento e mancanza di personale sono criticità sistematiche del sistema penitenziario. In Piemonte, nel mese di febbraio – quindi quello prima della pandemia – c'erano 4.553 detenuti nelle carceri a fronte di 3.783 posti disponibili, con il 121 per cento di sovraffollamento” (oggi il numero di detenuti è sceso a 4.202, ndr). Sono i primi dati snocciolati questa mattina dal garante dei detenuti del Piemonte, Bruno Mellano, intervenuto in Consiglio regionale proprio per illustrare la situazione delle carceri piemontesi.

“Da marzo, durante l'emergenza sanitaria e a seguito delle rivolte – ha continuato Mellano - sono arrivati nelle carceri piemontesi altri 220 detenuti, che prima erano in altri istituti, impedendo all'amministrazione penitenziaria di gestire gli spazi nel rispetto delle misure di protezione dal Covid-19.

“Su 287 detenuti positivi al Covid in Italia – ha poi spiegato Mellano - un terzo è stato registrato proprio in Piemonte. In particolare a Torino, Saluzzo e Alessandria. Alti anche i numeri che hanno interessato il personale penitenziario, tra cui anche il decesso di un medico che prestava servizio ad Alba”.

Rispetto alle attuali vicende relative alla Casa Circondariale di Torino, il garante si è augurato “che si faccia presto chiarezza nelle sedi competenti” e ha sottolineato la mancanza di personale all'interno delle carceri, “problema di cui le istituzioni devono farsi carico”.

"Abbiamo chiesto alla maggioranza - hanno commentato i consiglieri regionali del Pd Monica Canalis e Raffaele Gallo - di fare un approfondimento specifico in quarta commissione consiliare sulla gestione sanitaria delle carceri, che è competenza delle Asl e quindi della Regione, e sulle misure di prevenzione dei nuovi contagi".

"La soluzione al sovraffollamento – ha invece detto Marco Grimaldi di Luv – non può essere né la costruzione di nuove carceri, né la conversione di vecchie caserme o edifici militari dismessi ma deve avvenire piuttosto attraverso l’implementazione delle pene alternative, utili anche ad abbattere la recidiva, e più in generale attraverso l’estensione dell’utilizzo di misure già esistenti, come la 'messa alla prova', lasciando al carcere la funzione di 'extrema ratio'".

“Vorrei esprimere un sentito ringraziamento per quanto l’onorevole Mellano ha saputo fare – ha commentato Gianluca Gavazza, consigliere segretario della Lega -, un ringraziamento personale, ma credo di poterlo fare anche a nome di tutto il Consiglio regionale. Sono stati mesi intensi e difficili, eppure il lavoro svolto dal garante è stato un punto di riferimento indiscutibile, dimostrando conoscenza sia amministrativa sia nel rapportarsi con i più alti livelli istituzionali”.

“Al di là della diffusa consapevolezza delle responsabilità e delle difficoltà di gestione dell’Amministrazione penitenziaria - ha poi concluso ancora Mellano - credo sia doveroso che il Consiglio e la Giunta regionale, con gli Enti locali territoriali, rinnovino l’attenzione sul ruolo che essi hanno per la sanità, il lavoro, la formazione e le politiche sociali all'interno del carcere”.

 

Daniele Angi

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