Cronaca - 16 luglio 2025, 11:39

"Ora tocca a noi portarti nel cuore". Mazzè saluta Jacopo, vittima dell'esplosione in via Nizza

La bara bianca firmata da amici e conoscenti. "Una morte provocata dalla vendetta e dalla cattiveria umana"

Commozione al funerale di Jacopo Peretti, vittima dell'esplosione di via Nizza

Commozione al funerale di Jacopo Peretti, vittima dell'esplosione di via Nizza

Il dolore non si spiega, si prova. E così oggi a Mazzè rimane la sofferenza e il vuoto lasciato da una tragedia che, infatti, non si può spiegare. Una vendetta, privata, che ha messo fine alla vita di un giovane uomo, nel cuore della notte. È stata una deflagrazione senza senso a uccidere il 33enne Jacopo Peretti, mentre si trovava nel suo alloggio di via Nizza 389.

L’autore del gesto è stato individuato: il 40enne Giovanni Zippo, la guardia giurata che ha agito per ripicca nei confronti della donna che frequentava, residente in quell’appartamento, proprio a fianco a quello di Peretti. Sarà la giustizia a fare il suo corso. 

Il silenzio spezzato dal pianto

Oggi nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio il silenzio è spezzato dai pianti di chi ha conosciuto quel ragazzo riservato che si era trasferito a Torino per lavorare e studiare. 

"Hai dato tanto a tutti noi. Ora tocca a noi portarti nel cuore. La tua assenza grida giustizia. Jaco ti vogliamo bene": questa la scritta che compare su un grande telone bianco, appeso all'ingresso della chiesa. Sulla bara bianca ci sono i ricordi delle persone che lo hanno conosciuto. 

"Resterai in ogni mio gesto". È il pensiero impresso sul legno da Giuseppe, in mezzo a mille altri ricordi scritti a pennarello. 

Palloncini bianchi a forma di cuore

Il feretro arriva sul sagrato e sale le scalinate dove oscillano dei palloncini bianchi a forma di cuore per ricordare un ragazzo per bene, che si dava da fare.

Dopo il diploma al Newton di Chivasso aveva intrapreso gli studi in Amministrazione Finanza e Controllo presso la Scuola di Management ed Economia dell’Università di Torino. Città dove alternava allo studio anche il lavoro in Jphonia, azienda del settore energetico, oltre a un secondo impiego in una palestra. In passato aveva operato anche come call center e addetto alla vendita in un negozio di telefonia. 

La determinazione lo ha sempre fatto andare avanti. Fino a quella tragica notte. 

Il saluto di parenti e amici

Oggi a salutarlo ci sono tutti coloro che lo hanno conosciuto e i famigliari più stretti. La mamma Marzia, il papà Paolo, il nonno Severino e tanti altri amici e parenti. C'è il sindaco di Mazzè Marco Formia e l'assessore Paolo Chiavarino in rappresentanza della Città di Torino. 

"La tragedia di Jacopo ci ricorda che ogni nostro momento di vita deve essere vissuto. La fede ci fa credere a questa vita, al di là della morte", così nell'omelia il parroco di Mazzè

"Una morte provocata dalla vendetta, dalla cattiveria umana", prosegue il sacerdote paragonando la morte di Jacopo a quella di Gesù. "Tante volte il silenzio è la migliore condizione per meditare". Il silenzio, quello che resta, dopo un dramma inspiegabile

Daniele Caponnetto

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