Lo smart working per sfuggire alla morsa di Omicron. È quanto hanno fatto (e in parte pensano di fare ancora) gli artigiani e le aziende associate a Cna Piemonte. Secondo un'indagine effettuata dalla sigla di categoria, infatti, quasi un'impresa su cinque (19,7%) ha applicato questa modalità in passato. Una diffusione doppia rispetto al dato nazionale, fermo a poco più dell'11%.
E per il futuro, nella nostra regione, oltre il 14% ritiene che quella del lavoro in remoto possa essere una soluzione da adottare in futuro.
Smart, ma non solo
Lavorare a distanza, però, non è stata l'unica ricetta messa in campo dalle imprese per resistere alla pandemia. Il 50% delle aziende ha usato la cassa integrazione, il 40% lo smaltimento ferie e permessi (e il 19,7%, appunto, per lo smart working). Per il futuro, accanto allo smart (14,1%), gli artigiani pensano di fare ancora ricorso anche alla cassa integrazione (20%) e lo smaltimento di ferie e permessi (36,6%).
"Smartworking non è soltanto telelavoro"
“Si parla indistintamente spesso di smart working - commenta Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici all'Università di Padova, direttore scientifico di Research&Analysis di Community e responsabile scientifico del progetto Monitor Piccole Imprese di CNA Piemonte –. Quello a cui assistiamo è nella stragrande parte dei casi telelavoro. Ovvero traslocare i dipendenti dagli uffici a casa, mantenendo orari e flussi di lavoro. Lo smart working non solo richiede investimenti in connettività e tecnologia, ma anche il cambio di prospettiva per un lavoro dipendente che passi dalla scansione oraria a quella per obiettivi. Infine, è necessario un forte investimento in formazione. Lo smart working in senso stretto consente ai dipendenti una grande autonomia che significa anche molta responsabilità per poter rispettare gli standard aziendali. E l’imprenditore deve cambiare la sua mentalità, passando da fordista a digitale”.
"Non solo amministrativi, anche la produzione sta diventando smart"
“Come associazione vogliamo lavorare con la Regione e gli altri attori politici del territorio perché parte dei fondi del Pnrr possa assecondare e agevolare la trasformazione dello smart working. Prima di tutto siamo consapevoli che questa rivoluzione sta già coinvolgendo anche le linee produttive e non solo i settori amministrativi – afferma il segretario regionale di CNA Piemonte, Delio Zanzottera -. Lavorano e lavoreranno da remoto dipendenti che oggi agiscono sui macchinari in azienda. Ma anche questo processo di remotizzazione del lavoro non sarà arrestabile e va gestito. Abbiamo già esempi di aziende che producono macchinari e che svolgono la manutenzione da remoto, riducendo costi e tempi di attesa. In altre realtà è stato applicato il lavoro da remoto anche a operai specializzati digitalizzando l'accesso ai macchinari e sappiamo anche molte altre microimprese stanno cercando operai altamente specializzati che sappiano lavorare su attrezzature controllate a distanza”.