Attualità - 12 gennaio 2021, 14:25

Revenge porn e violenza sulle donne, dal calendario delle maestre agli incontri con i ragazzi: ecco le attività di Uscire dal Silenzio

Tantissime iniziative del centro antiviolenza di Settimo, che durante il lockdown ha visto aumentare le richieste di aiuto delle donne

La vignetta realizzata dal Centro Antiviolenza Uscire dal Silenzio

La vignetta realizzata dal Centro Antiviolenza Uscire dal Silenzio

Fra le tante conseguenze negative della pandemia di Covid-19, le restrizioni alla libera circolazione delle persone hanno peggiorato ulteriormente le situazioni di violenza all’interno delle mura domestiche. Molte donne si sono ritrovate recluse in casa, in compagnia di uomini violenti, maltrattanti, senza alcuna possibilità di abbandonare l’abitazione. 

VIOLENZA SULLE DONNE E LOCKDOWN

Per approfondire la questione ci siamo rivolti al Centro Antiviolenza “Uscire dal Silenzio” di Settimo Torinese, che da dieci anni continua attraverso un’opera di volontariato a sostenere le donne vittime di violenza. Il Centro è nato nel 2011 come Associazione da un’idea della commissione di Pari Opportunità del comune di Settimo, per dare una mano alle donne in situazioni di disagio e vittime di violenza. Nel tempo le volontarie si sono specializzate frequentando numerosi corsi di formazione disponibili, cogliendo ogni possibile opportunità di crescita e miglioramento.

"Nell’anno 2020 la situazione Covid ha accentuato le problematiche già presenti -, ha spiegato la Presidente di Uscire dal Silenzio, Paola Ferrero -. Ritrovarsi rinchiuse per due mesi con il maltrattante ha spinto molte donne a rivolgersi al nostro Centro, in cerca di aiuto. I contatti sono aumentati, soprattutto durante il primo lockdown di marzo, ma in generale poche riescono  ad approfondire il percorso. Sia perchè, con la riapertura, i maltrattanti sono tornati a lavorare, frequentando di meno la casa, ma soprattutto perché ogni donna vittima di violenza, prima di denunciare, va a vedere le carte: molte preferiscono non andare in contro alle conseguenze della separazione, per motivi quali ad esempio la mancanza di lavoro e di autonomia economica. Il timore di ritrovarsi a gestire la casa, i bambini e la famiglia da sole non incoraggia le donne a denunciare, così come l’insicurezza di ottenere un risvolto positivo in tempi rapidi.

E proprio questa insicurezza risulta essere uno degli ostacoli principali delle donne in cerca d’aiuto. Il desiderio di liberarsi e uscire dalla violenza ovviamente c’è ma molte, appena comprendono che il percorso da affrontare è in salita, sono spinte a rinunciare. Nel caso in cui l’uomo maltrattante decide di non andarsene dall’abitazione, ad esempio, prima che la giustizia provveda ad allontanarlo passa almeno un anno e mezzo. Se una donna è sola, molte volte decide di andare via di sua iniziativa, dai genitori o da amici nel caso in cui non può permettersi una casa, ma se ha dei figli diventa tutto più complicato. 

Come sottolinea la vicepresidente di Uscire dal Silenzio Enza Barresi, "è importante che chiunque abbia subito una violenza venga a parlarci di persona, perché è l’unico modo in cui noi possiamo aiutare psicologicamente ad affrontare le singole situazioni. Ricordiamo che la violenza che non è solo fisica, ma anche psicologica ed economica per quando riguarda il lavoro, le differenze e gli stereotipi di genere”.

LE ATTIVITA' DI SENSIBILIZZAZIONE CON LE SCUOLE

Proprio agli stereotipi di genere sono legati i percorsi di crescita che l’Associazione continua a promuovere dal 2017 sul territorio settimese. Laboratori rivolti alle classi seconde e quarte delle scuole primarie, in particolare gli Istituti Roncalli, Andersen e Rodari, con lo scopo di far riflettere i bambini e le bambine sulle idee fisse che la società ci preconfeziona in quanto uomini e donne. 

"Con il progetto scuole intendiamo sensibilizzare una parte di popolazione importante - ha spiegato la referente del progetto Elena Guastamacchia -. L’Associazione ha sempre organizzato incontri con le scuole di secondo grado, ma ci siamo rese conto che è troppo tardi: i ragazzi delle superiori sono già formati. Per questo abbiamo creato un progetto ad hoc per le primarie, che continua a riscontrare l’interesse delle insegnanti e anche dei più piccoli".

"In occasione del 25 novembre passato - aggiunge -, abbiamo organizzato una giornata a tema con le classi quarte e quinte, in cui i bambini e le bambine hanno realizzato dei disegni a contrasto della violenza sulle donne, con risultati sorprendenti. Soprattutto i più grandi hanno dimostrato di saper già prendere posizione sul tema, consapevoli che l’utilizzo della violenza è sbagliato e inaccettabile in qualsiasi circostanza. Con questo progetto vogliamo dare ai bambini l’opportunità di soffermarsi e riflettere su quei comportamenti che magari danno per scontati durante la rapidità della vita quotidiana, per farli ragionare sull’importanza del rispetto e della parità di genere".

In alcune classi, gli stessi bambini hanno riportato situazioni di disagio in famiglia, consentendo al Centro Antiviolenza di intervenire direttamente. 

Come ha tenuto a precisare la Presidente, il progetto è sempre aperto a tutte le scuole di Settimo, anche in questa fase di lezioni a distanza in cui verrà predisposto un percorso online, e chi volesse aderire può rivolgersi direttamente al numero 800688820 o alla mail usciredalsilenzio@gmail.com.

CALENDARIO MAESTRE 2021

Tra le iniziative organizzate, un’altra molto interessante è sicuramente il progetto Calendario Maestre 2021, di cui ci ha parlato la responsabile Anna-Laura Vezzaro

"Il progetto è nato in collaborazione con un gruppo di insegnanti provenienti da tutta Italia - illustra -. Dopo l’episodio della maestra vittima di revenge porn e di vittimizzazione secondaria da parte della dirigente scolastica e delle mamme pei propri alunni, le docenti hanno deciso di mettersi insieme per creare disegni volti a rappresentare la vita di una maestra nella sfera più intima e personale, proprio per contrapporsi all’idea che una maestra non possa fare certe cose in privato. La referente del gruppo ha chiesto una mano alla nostra Associazione per mettere in pratica il progetto, e dopo averci inviato i disegni noi abbiamo provveduto alla parte grafica, realizzando e stampando i calendari, e alla sponsorizzazione sui nostri account social per diffondere l’iniziativa.”

Il calendario è disponibile sul sito di Uscire dal Silenzio, dove si può ordinare con una donazione minima: 12 euro per chi desidera ritirarlo presso la sede, o 15 euro per la spedizione in tutta Italia. Inoltre a breve sarà disponibile anche la versione digitale. I proventi saranno destinati al Centro Antiviolenza, proprio su richiesta delle maestre da cui è partito il progetto.

"Il nostro intento è stato fin da subito quello di sostenere la maestra, realizzando e postando sui social una vignetta. Ci siamo accorte che l’attenzione dei media e dei giornali era rivolta maggiormente alla vittima, a quello che Lei aveva fatto. In verità è tutto partito da un’azione illegale e immorale dell’uomo, che ha divulgato senza consenso immagini private e intime della donna, con l’unico intento di rovinare la sua reputazione.”

L’iniziativa del calendario ha aperto le porte ad altri progetti futuri. In particolare oggi, martedì 12 gennaio 2021, le volontarie di Uscire dal Silenzio collaboreranno con il Professor Pietro Di Martino dell’Università di Pisa, partecipando a un meeting online dal titolo “Educare all’uguaglianza e al rispetto, revenge porn e genere.”

L’incontro, organizzato dal Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Pisa sarà aperto a tutti, e potrà essere seguito in diretta Facebook e Youtube al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=ROojwngurMY

"Per noi è importante sottolineare la libertà della donna in tutte le sue espressioni - ha ribadito la Presidente Ferrero -. Nessuno ha il diritto di giudicare la professionalità e l’integrità morale di una persona sulla base delle scelte appartenenti alla propria sfera sessuale”.

FEMMINICIDI E LINGUAGGIO NEI MEDIA

Il tema riguardante l’uso di un linguaggio scorretto da parte dei media vale anche per i femminicidi: l’accusa è sempre rivolta alla donna. I termini aggressivi utilizzati nei confronti di una donna che è già vittima, e il tentativo di sminuire le azioni di uomini violenti, utilizzando espressioni come "l’ha solo picchiata" per chi ha commesso una violenza, o peggio "era un brav’uomo", "era triste perché lo voleva lasciare" per soggetti che hanno commesso un delitto, è intollerabile. 

Ed è proprio questa eccessiva tolleranza una delle cause principali per cui la situazione continua a non migliorare.  

Come hanno sostenuto le volontarie di Uscire dal Silenzio, il problema è che viviamo in un sistema troppo patriarcale, dal retaggio culturale antico,  in cui la violenza è ancora giustificata. La tendenza di alcuni tribunali ad archiviare casi di violenza passati, la clemenza dei giudici e le attenuanti che riducono la pene agli autori di femminicidio, il linguaggio scorretto dei mass media, i quali tendono troppo spesso a non colpevolizzare chi a commesso il reato, sono tutti fattori che non contribuiscono a cambiare la prospettiva e la mentalità delle persone.

Se i messaggi che vengono dati accentuano questa tolleranza ancora presente, aumentando inoltre la fragilità delle vittime, non possiamo sperare in un miglioramento. E’ necessario un cambiamento a livello culturale, a partire dall’istruzione dei bambini, su cui gli stereotipi di genere e i pregiudizi esercitano una forte influenza negativa. Gli uomini violenti devono prendere consapevolezza che il problema è loro, e non delle donne. 

QUANDO SI ATTIVA IL 'CODICE ROSSO'?

Eppure le leggi ci sono, come “Codice Rosso”, modificata ad agosto 2019. E’ sufficiente a tutelare le donne vittime di violenza?

"Per attivare 'Codice Rosso' - risponde Paola Ferrero -, bisogna rivolgersi ai carabinieri, fare la denuncia o un esposto a cura di un legale della procura della Repubblica. Quindi la donna deve già essere in condizioni tali da potersi permettere un avvocato. Inoltre la legge non funziona nei famosi tre giorni previsti, ed entra in funzione mediamente in un paio di mesi. La donna viene poi chiamata in procura per rilasciare delle dichiarazioni. Da quel momento è tutto in mano alla procura della Repubblica e alla Giustizia".


Per il mese di  marzo 2021, in concomitanza con l’anniversario dei 10 anni dell’Associazione, il Centro disporrà di una nuova sede, per continuare grazie all’impegno encomiabile di tutte le volontarie a dedicarsi con dedizione e regolarità alla lotta contro la violenza sulle donne. Non possiamo che ringraziarle per l’importante lavoro che continueranno a svolgere, nella speranza che questi vili atti di violenza possano un giorno terminare. 

Alessandro Del Vago

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