Attualità - 08 gennaio 2021, 14:44

Scorie nucleari, l'assessore Protopapa alza la voce: "Inaccettabile la decisione presa dal Governo senza un confronto con i territori"

Dura anche Silvia Fregolent (Italia Viva): "Troppo pochi i 60 giorni concessi agli enti locali per produrre osservazioni e rilievi". Il gruppo regionale del M5S: "Serve un Consiglio regionale aperto sul tema"

scorie nucleari

ancora polemiche sulla vicenda delle scorie nucleari

In attesa dell'incontro programmato per lunedì 11 gennaio, tra sindaci, Città metropolitana e parlamentari piemontesi, al quale interverrà anche la Regione, la questione delle scorie nucleari continua ad infiammare il dibattito politico.

Gli otto siti individuati in Piemonte (con due aree in provincia di Torino, una a Carmagnola e l'altra fra Rondissone, Mazzè e Caluso) avevano fatto alzare la voce già al governatore Alberto Cirio, adesso anche Marco Protopapa ha contestato la scelta fatta da da So.Gi.N e Governo: "le Terre dell’Erbaluce e del Peperone di Carmagnola, noto Presidio Slow Food, sono state “candidate” come base di deposito per rifiuti nucleari. Non e’ accettabile che tale provvedimento possa essere assunto senza un confronto diretto con chi, nelle opportune sedi, rappresenta quel territorio", ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura.

"Un territorio che negli ultimi anni, grazie al paziente lavoro degli agricoltori e dell’intero settore vitivinicolo, e’ cresciuto fino a divenire un’eccellenza, orgoglio del nostro Piemonte", ha aggiunto Protopapa, auspicando un cambio di rotta e di decisione.

Anche Italia Viva fa sentire la sua voce, attraverso Silvia Fregolent, capogruppo in Commissione Ambiente a Montecitorio: "È necessario dare più tempo agli enti locali e alle comunità territoriali interessate per produrre osservazioni rispetto alle aree scelte per ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari", è la richiesta che viene avanzata. "I sessanta giorni ad oggi previsti per evitare il silenzio assenso sono infatti troppo pochi, soprattutto in relazione alle difficoltà create della pandemia ed allo smart working ancora molto utilizzato negli enti pubblici".

Fregolent fa notare che "soprattutto per i piccoli comuni coinvolti, sarebbe difficoltoso elaborare in pochi giorni critiche motivate : senza tempo adeguato, le comunità territoriali non avrebbero quindi la possibilità di sostenere le proprie ragioni e la scelta del sito nazionale verrebbe imposta dall'alto".

Il gruppo regionale del M5S difende invece l'operato del Governo: "L'immobilismo e la paura della vecchia politica hanno causato il grave rallentamento del processo di bonifica dei 4 siti piemontesi che, ad oggi, ospitano l'80% delle scorie italiane. Nessuna scelta è stata calata dall'alto, siamo solo all'inizio di un percorso decisionale che sarà il più inclusivo ed allargato possibile. Le Regioni avranno un ruolo cruciale nel processo di confronto con il Governo ed i territori".

"E' necessario un atteggiamento serio, responsabile e costruttivo che, fino ad ora, non abbiamo visto nelle dichiarazioni degli esponenti del centrodestra regionale. Per questo pensiamo che il primo passo concreto, in questa direzione, debba essere la convocazione di un Consiglio regionale aperto sul tema prevedendo il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (enti locali, associazioni, rappresentanti di categoria)", è la richiesta dei pentastellati.

"Oggi abbiamo presentato la nostra proposta in Consiglio regionale ed auspichiamo venga al più presto attuata. Aprire un confronto nelle sedi istituzionali, anziché ridurre tutto a qualche sparata sui social, sarebbe una grande prova di maturità della politica regionale".

L'Uncem, l'Unione nazionale comuni comunità enti montani, invita a evitare scontri territoriali e tra livelli istituzionali sul deposito nazionale delle scorie nucleari. "La pubblicazione della Carta dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale - rimarca il presidente Marco Bussone - è l'atto che desecreta il documento e apre il coinvolgimento di Regioni ed Enti Locali, esclusi dal 2010 a oggi da ogni consultazione precedente. Ma tale pubblicazione non è la scelta del sito di deposito, che sarà individuato come esito della consultazione che ora si apre".

"Non è semplice, ma è urgente trovare una soluzione - ha concluso Bussone - E va trovata attraverso un percorso partecipato che coinvolga i territori".

Massimo De Marzi

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