Le proteste, le manifestazioni, anche alcuni passaggi in tribunale. Ma la vicenda Auchan-Conad si ritaglia nuovi spazi di discussione anche in ambito politico-istituzionale, arrivando fino agli uffici della sindaca di Torino, Chiara Appendino. La vicenda è quella dei 106 lavoratori su 260 che, nel passaggio di proprietà, rischiano di perdere il proprio impiego presso il punto vendita storico di corso Romania.
Un'eventualità contro la quale si sono schierati con forza i sindacati, in particolare Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Cub (mentre con la delegazione Cisl si è consumata una frattura), che nelle scorse ore hanno avuto una riunione in videoconferenza con la prima cittadina.
"Da circa un anno e mezzo seguo con grande attenzione e preoccupazione la vicenda occupazionale che riguarda il recente passaggio di proprietà dei punti vendita ex Auchan - dice Appendino -. L'incontro con le organizzazioni sindacali ci ha trovati uniti nel fare fronte comune per scongiurare l'ennesima emorragia occupazionale del nostro territorio. È urgente che Margherita distribuzione e Conad si confrontino con i rappresentanti dei lavoratori e con le Istituzioni, rispettando le leggi in materia, oltre agli impegni assunti a livello nazionale, volti alla salvaguardia occupazionale di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Le 100 famiglie coinvolte devono avere garanzie per il futuro”.
E gli stessi sindacati rincarano la dose: “È inaccettabile, oltre che illegale, che una cessione di ramo d’azienda produca oltre 100 esuberi, perché per legge tali operazioni devono garantire i volumi occupazionali - sottolineano Sergio Diecidue, segretario generale aggiunto Uiltucs Torino e Ivano Franco, della segreteria Filcams Cgil Torino -. L'operazione Margherita (ex Auchan) - Conad rappresenta il più grande riassetto della grande distribuzione a livello nazionale. È urgente che le istituzioni, di concerto con il sindacato, monitorino la situazione per evitare forzature illegittime come questa. Dobbiamo mettere in campo ogni azione utile a salvare queste lavoratrici e lavoratori. I tempi sono ristretti, a partire da gennaio 2021 saranno licenziati”.