Il fenomeno della Popillia Japonica è ormai una emergenza in Piemonte, con danni economici alle imprese davvero ingenti. E’ quanto denuncia Coldiretti Piemonte nel chiedere, con una specifica lettera alla Regione, un maggior impegno per approfondire metodi di lotta convenzionali e biologici.
Parassita
I cambiamenti climatici hanno portato in Italia una vera e propria invasione di insetti e parassiti provenienti da altri Continenti. Si va dalla cimice asiatica alla Popillia japonica che distruggono frutteti e vigneti, dalla Drosophila suzukii, “golosa” di ciliegie, mirtilli e uva, al cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni, dal Bostrico Tipografico, il “killer” del bosco nell’arco alpino al calabrone asiatico (Vespa velutina) ed il coleottero africano (Aethina tumida) che attaccano gli alveari.
Si tratta di un insetto esotico capace di compiere danni immensi a molte specie vegetali coltivate. La Popillia è, infatti, molto vorace e si riproduce a dismisura, infestando giardini e orti. È in grado di colpire tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo.
"Servono nuovi metodi"
“Non c’è più tempo da perdere: serve sperimentare nuovi metodi, come è già avvenuto per altri insetti alieni, che potrebbero essere la soluzione a minor impatto ambientale e con la miglior efficacia - spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Mettiamo a disposizione il nostro staff tecnico sia per forme di collaborazione su tutto il territorio piemontese sia per la partecipazione a tavoli di coordinamento che potrebbero essere convocati per condividere le strategie di contenimento. A rischio c’è la produzione di cibo made in Piemonte”.