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Attualità | 17 giugno 2022, 14:00

Siccità, Piemonte in ginocchio, ordinanze in 170 Comuni per risparmiare acqua: "E pensiamo a quella dei laghi" [VIDEO]

La Regione attiva un tavolo di crisi permanente ed pronta a svasare i bacini idroelettrici per guadagnare 15/20 giorni di autonomia, ma si ragiona anche sul lago Maggiore. In dieci Comuni è iniziato il razionamento

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S.O.S. disperato. E' quello lanciato dal settore dell'agricoltura piemontese, in crisi per la cronica mancanza d'acqua che ha colpito il Piemonte e i campi. Una situazione, quella della crisi idrica, analizzata insieme al presidente Alberto Cirio: "In Piemonte la situazione è sotto controllo per quanto riguarda l'acqua potabile e l'uso civile, ma abbiamo uno stato d'emergenza grave per l'agricoltura. Ci sono 170 Comuni in Piemonte che hanno fatto ordinanze di uso consapevole, quindi utilizzo per scopi alimentari".

Razionamento in 10 Comuni e tavolo di crisi permanente

Sono invece "solo" 10 i casi di razionamento notturno, con acqua non erogata per riempire le vasche per l'utilizzo giornaliero. Da qui la richiesta di dichiarazione di emergenza da parte dello Stato e del Governo. "Con questo strumento avremo le risorse necessarie per ristorare gli agricoltori che stanno patendo gravissimi danni". Intanto la Regione Piemonte si è già mossa e ha istituito, sotto la guida dell'assessore all'Ambiente Matteo Marnati, un tavolo di crisi permanente che rimarrà convocato fino a che l'emergenza idrica non sarà superata.

Cirio: "Svasamento dei bacini elettrici"

"Servirà a dare vita ad azioni concrete - ha spiegato Cirio -. La prima è utilizzare l'acqua dei bacini idroelettrici, quei bacini in cui l'acqua è conservata: nel pomeriggio incontreremo i concessionari per concordare con loro uno svasamento, la possibilità che da questi bacini esca una parte di acqua per sostenere l'agricoltura". Questo permetterà di guadagna 15/20 giorni di "respiro" e autonomia, indipendentemente dal meteo. "Poi - ha proseguito il Governatore - incontreremo le Province per ragionare sulla deroga prevista dalla legge al minimo deflusso vitale e cioè la possibilità di poter attingere di più dai fiumi: ma è una possibilità ridotta". E non potrebbe altrimenti visto lo stato dei fiumi piemontesi.

Utilizzo acqua dei laghi tra le soluzioni?

Da qui l'idea di utilizzare l'acqua dei laghi: "Con Lombardia e Canton Ticino ragioniamo invece sull'acqua dei laghi, in particolare il Lago Maggiore. Sono azioni concrete, che mettiamo in campo da subito, unitamente con le misure che deve porre in essere lo Stato, insieme alle risorse economiche perché gli agricoltori piemontesi già colpiti dal rincaro dei concimi e del materiale causato dalla guerra, oggi vivono una situazione per la quale senz'acqua non possono procedere. Parliamo di colture come il riso, senza acqua non possono esistere".

Fondi europei per costruire nuove vasche

Una volta gestita l'emergenza, si penserà ad adottare soluzioni che facciano sì che non capitino più altre crisi: "Il clima sta cambiando e dobbiamo prenderne atto, anche come istituzioni, lavorando per la tutela del pianeta e per mettere a chi vive sotto il sole come le aziende agricole di poter difendere i loro investimenti, posti di lavoro e redditi: il Piano regionale di sviluppo agricolo che abbiamo adottato, va nella direzione in modo innovativo di utilizzare i fondi europei per costruire delle vasche". "Fino a oggi non avevamo avuto problemi di questo tipo, di acqua ce n'era in abbondanza. Il problema è che l'acqua ne hai in abbondanza in certi periodi, poi scorre e va via. E' necessario tenerla per i momenti di emergenza. Per questa ragione gli agricoltori che vorranno consorziarsi con quelli come loro per costruire vasche dove trattenere l'acqua nei periodi in cui è abbondante, potranno farlo con le risorse della regione Piemonte", ha spiegato Cirio.

Confagricoltura: "Preoccupati per il riso"

Chi è particolarmente preoccupato è Ercole Zuccaro, Direttore Confagricoltura Piemonte: "L'agricoltura è in sofferenza, la produzione è in calo sia per il mais che le foraggere, è a rischio l'intera produzione di riso. Credo che la prima cosa da fare sia rilasciare acqua delle dighe che trattengono acqua e applicare le disposizioni sul deflusso minimo vitale per cercare di aiutare un settore in sofferenza".

Se frutta e verdura hanno da sempre problemi legati alla portata idrica, le maggiori criticità si riscontrano sul riso, la prima coltura che ha bisogno di acqua. "Scorte? Oggi abbiamo una situazione per la quale se non piove e non diamo l'acqua che è disponibile, le colture muoiono. Oggi bisogna fronteggiare l'emergenza: dobbiamo dare acqua. Poi sì, è necessario costruire degli invasi ma sono 40 anni che si va avanti con questa politica e da 40 anni il problema non si risolve. Però vanno costruiti", ha concluso.

Lo Russo: "A Torino situazione sotto controllo"

Intanto nella mattinata di oggi il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha visitato la control room di Smat per capre lo stato della situazione idrica in Città Metropolitana: "La situazione idrica a Torino è sotto controllo, risulta critica in alcune aree pedemontane e montane in quanto servite da acqua proveniente da sorgente che, a causa delle scarse precipitazioni, sono in sofferenza”. Ad oggi – ha continuato - rimangono sotto stretta osservazione quei comuni a cui è stato chiesto di emettere ordinanze anti spreco, per un uso responsabile dell’acqua potabile. I piani per l'emergenza idrica – ha proseguito il sindaco - al momento non prevedono criticità tali da compromettere la somministrazione di acqua potabile alla popolazione. E’ una situazione che prevede la massima attenzione, ci stiamo rendendo conto tutti".

Andrea Parisotto

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