Più di mille euro. Per la precisione, 1032. E' la multa, salata, che la Polizia Municipale ha elevato nei confronti di Atiq Rahman, conosciuto da tutti come il "ragazzo delle rose".
Poco tempo fa, dopo anni passati in giro per strada a vendere rose è riuscito ad aprire una sua attività in pieno centro, a Chivasso. Lì, nella via pedonale della città vende frutta e verdura freschi accompagnati da quattro chiacchiere.
Tutto filava liscio fino a quando non ha ricevuto una visita da parte dei vigili, che gli hanno fatto una multa. Il motivo? Sulle vetrine non erano esposti gli orari. E mentre lui ha cercato di spiegare che il cartello non c'era perchè stava pulendo i vetri, anche Ascom ha preso le sue difese scrivendo una lettera all'amministrazione comunale.
"Abbiamo ricevuto ora copia di un verbale della Polizia Municipale di Chivasso per un orario non affisso sulla porta, elevato ad un nostro associato - si legge -. La cosa non può, da parte di codesta Associazione di Categoria, passare inosservata e nel silenzio. Nonostante la fattiva collaborazione che c’è sempre stata tra la nostra Associazione, i commercianti , il Comune di Chivasso e le Forze dell’ordine, rimarchiamo che gli operatori del commercio in questi due anni hanno rispettato le regole imposte dall’emergenza sanitaria adeguando il proprio modo di lavorare e osservando scrupolosamente le regole imposte, hanno subito perdite di fatturato e conosciuto una crisi mai vista, non possono quindi continuare a subire questo atteggiamento punitivo e coercitivo".
In sostanza, chiedono un po' di tolleranza. "Ci chiediamo se la tolleranza sia stata tutta spesa a favore delle persone che, ancora nel weekend appena trascorso, hanno disturbato, a poche centinaia di metri da via Torino, il mercato ambulante con musica, assembramenti e proclami ai disagi, indirizzando i consumatori verso altre località nel primo weekend di shopping natalizio".
E aggiunge: "Se errore del commerciante c’è sarebbe buona norma avvertire prima di sanzionare in modo massiccio un operatore, confermando ancora una volta un totale scollamento tra il Palazzo e l’economia del territorio che produce e paga le tasse. Come Ascom Chivasso , al di là delle motivazioni, siamo indignati per la scarsa sensibilità e per atteggiamento verso la categoria che noi rappresentiamo".