Economia e lavoro - 07 dicembre 2021, 12:04

Rincaro bollette, Confartigianato: "Con aumenti fino al 25% si spengono le piccole e medie imprese"

Felici: "Serve una riforma per riequilibrare gli oneri parafiscali che ci fanno spendere più delle grandi industrie e ridurre i costi"

Sono soprattutto le pmi artigiane a temere il rincaro in bolletta

Il rincaro delle bollette (che appare ormai imminente, oltre che inevitabile) spaventa anche le aziende. Soprattutto le piccole e medie del mondo artigiano, che più di altre devono fare quotidianamente attenzione a far quadrare i conti.

A rilanciare l'allarme è Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte: "Qui si rischia di spegnere le pmi: già paghiamo il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 33,5% rispetto alla media dei Paesi Ue e poi a noi piccole imprese l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali in bolletta e che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le nostre piccole imprese”.

Da gennaio possibili aumenti dal 17 al 25%

A questo, poi, si aggiunge proprio il caro energia che - secondo me stime - potrebbe appesantire le bollette dal 17 al 25%. "Senza contare che in molti casi il conto dell’energia è così esoso che in questo frangente può anche capitare di non riuscire a pagarlo alla scadenza, così da rischiare il distacco della fornitura. Questo purtroppo è il risultato delle privatizzazioni di questi decenni”.

"Rivedere le agevolazioni in bolletta, non solo per chi consuma molto"

Che soluzione? "Serve una rapida e drastica revisione della struttura della bolletta per garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo di energia - dice Felici -. Si tratta di ‘estrarre’, almeno parzialmente, dalla bolletta gli oneri generali di sistema, trasferendo alla fiscalità generale le componenti tariffarie destinate a finanziare le agevolazioni per gli energivori e il bonus sociale. Serve anche la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, limitando i benefici alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica. Serve anche rafforzare gli strumenti di accompagnamento delle Pmi nei processi di efficientamento e autoproduzione dell’energia”.