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Economia e lavoro | 23 luglio 2021, 16:38

Scioperi di due ore in decine di aziende metalmeccaniche torinesi: ecco la risposta allo sblocco dei licenziamenti

Lazzi (Fiom): "È inaccettabile e irrispettoso nei confronti dei lavoratori che hanno tenuto in piedi il sistema durante la pandemia"

operaio in catena di montaggio

Due ore di sciopero in decine di aziende metalmeccaniche a Torino la prossima settimana

Due ore di sciopero, la prossima settimana e assemblee nelle fabbriche. È la risposta che, anche a Torino e provincia, la Fiom-Cgil (nell'ambito dell'iniziativa nazionale con Fim e Uilm) vuole dare in risposta ai licenziamenti e le delocalizzazioni scattati immediatamente dopo la scadenza del blocco per legge.

Le proteste sono indette unitariamente dalle RSU e riguardano, per il momento, gli stabilimenti di Leonardo Caselle, Collins Aerospace Microtecnica, Avio Aero di Rivalta e Borgaretto, Denso, Maserati Grugliasco, Stellantis sito di Mirafiori, Icsa, Sesia Fucine, Sotras, Sipal, Sicme Orange, ITT Vauda, Dayco di Ivrea, Sata di Valperga, Perardi & Gressino, Siderforge Rossi, Tenneco di Cuorgnè (ex Federal Mogul), Fucine Rostagno, Ethos energy, Webasto, Sogefi, Lear, Comau, Pedal, Dana Graziano, Automotive Lighting, Marelli scarico, Trico, Finder, Elbi, Stat.

Appena il governo ha tolto il blocco dei licenziamenti, e nonostante gli impegni di Confindustria, sono partite le procedure dei licenziamenti collettivi da parte di importanti aziende spesso multinazionali - sottolinea Edi Lazzi, segretario generale Fiom Cgil Torino -. Questo per noi non è accettabile né rispettoso verso i lavoratori che hanno tenuto in piedi il sistema produttivo durante la pandemia mentre miliardi di euro finivano nelle tasche di diverse imprese. Serve una riforma degli ammortizzatori sociali e strumenti a difesa dell’occupazione. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici non intendono accettare questa situazione. Confindustria deve rispettare i patti e bloccare i licenziamenti e il governo Draghi deve intervenire subito per risolvere le tante crisi industriali, riformare ed estendere gli ammortizzatori sociali, vincolare gli investimenti europei alla difesa dell’occupazione e della sicurezza sul lavoro, impedire le speculazioni internazionali che distruggono il nostro tessuto industriale”.

M.Sci

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