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Attualità | 14 maggio 2021, 07:11

Il Covid mina la fiducia dei piemontesi verso le istituzioni (e i vicini di casa). Ma non verso i colleghi di lavoro

I dati della ricerca condotta da Ires: le limitazioni raffreddano i rapporti con chi abita a poca distanza, mentre si tende a diffidare della sfera pubblica o religiosa

colleghi di lavoro - foto di repertorio

Le limitazioni imposte dal Covid fanno calare la fiducia dei piemontesi. Ma non quella verso i colleghi di lavoro

Il coronavirus ha diminuito la fiducia dei piemontesi, complici le limitazioni e i problemi generati dalla pandemia. Un dato largamente previsto, ma la rilevazione fatta a febbraio da Ires Pimonte, che fa riferimento alla percezione degli intervistati nel corso del 2020, fa segnalare comunque dati importanti, nel confronto con gli anni precedenti, ma anche qualche significativa eccezione.

Rapporti di vicinato più difficili

A proposito dei rapporti di vicinato, dall’ultima rilevazione emerge un moderato "raffreddamento" (con discesa dal 42% al 39% di giudizi positivi), dopo che nel 2019 si era registrata una crescita. Questo potrebbe essere letto come un effetto indotto dalla minore frequenza e intensità di relazioni imposta dalla pandemia. Lo stesso sembra emergere, ma in modo più netto, per il rapporto con gli amici: qui il calo era già comparso nella precedente rilevazione. Pur mostrando ancora una situazione molto positiva nel complesso, anche qui probabilmente le limitazioni imposte dalla pandemia (no inviti a casa, meno occasioni di ritrovo in compagnia, ecc.) possono avere portato ad un raffreddamento dei rapporti.

Si tende a 'fare squadra' con i colleghi

Molto interessante, perché in netta controtendenza, la crescita dei giudizi positivi a riguardo dei rapporti con i colleghi, passata dal 29% del 2018 al 60% dello scorso anno. In questo caso viene da pensare che la pandemia con il lockdown, lo smart working e l'emergere di nuove necessità, o forse ancora per difendere il lavoro stesso, abbia imposto di rivedere a fondo l'organizzazione del lavoro, di 'fare squadra', in un momento tanto difficile, in maggiore misura rispetto al passato, irrobustendo i rapporti con i colleghi.

Per quanto riguarda gli aspetti di tolleranza (vorrebbe avere come vicino di casa....) la risposta che prevede un netto rifiuto è stata scelta solo da una ristretta minoranza di intervistati; emerge comunque, rispetto alla presenza di vicini extracomunitari o musulmani, che circa la metà dei rispondenti condiziona la sua accettazione ai comportamenti praticati. Rispetto all’orientamento sessuale dei vicini, invece, le risposte positive sono largamente prevalenti, forse anche grazie ad una maggiore sensibilità sul tema dell’omofobia.

In calo la fiducia verso le istituzioni

Infine, a proposito della fiducia riposta nei vari soggetti, questa risulta alta per coloro che appartengono alla nostra stretta sfera privata (famiglia e amici) e ridotta verso le grandi istituzioni del servizio pubblico o religiose (tra il 50 e il 52%), forse percepite più "distanti" o meno efficienti nell’intercettare bisogni e fornire aiuto. Quest'ultima rilevazione conferma sostanzialmente i risultati degli anni precedenti.

redazione

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