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Politica | 23 aprile 2021, 10:40

Riaperture, Cirio: "Sbagliato non spostare il coprifuoco alle 23. E sul rientro a scuola adesso abbiamo un problema"

Il governatore del Piemonte critica due scelte del governo. In particolare quella di modificare il limite minimo di studenti in presenza dal 60 al 70%. "Il rischio è di avere autobus pieni, non c'è tempo per adeguarsi"

Alberto Cirio

Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte

 

"Le regioni del Nord Italia sono state le più penalizzate sulle riaperture: per questo servono correttivi sia sul coprifuoco sia sul rientro a scuola". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervistato questa mattina da InBlu2000, la radio della Conferenza Episcopale Italiana.

"In particolare dovremo cercare di capire - ha spiegato Cirio - come garantire il rientro in classe lunedì. E cosa dire alle persone che escono per un'attività aperta fino alle 22 ma che poi rischiano la multa perché alle 22 in punto scatta il coprifuoco e loro dovrebbero già stare a casa".

"Quando uno sta chiuso in un palazzo di Roma scrivere un numerino o l'altro non fa differenza, ma per i territori può significare una rivoluzione", ha esordito il governatore del Piemonte, commentando la decisione del governo di modificare il limite minimo di studenti in presenza per le regioni gialle e arancioni portandolo al 70%, quando invece in Conferenza delle Regioni l'accordo era stato per il 60. "Temo - ha detto Cirio - che la prossima settimana quando inizieranno a girare sui social foto di pullman pieni la questione tornerà a emergere".

"Non puoi accordarti su un valore e poi cambiarlo il giorno dopo - ha insistito Cirio - perché quel 10% minimo di presenza a scuola in più vuol dire rivedere il piano dei trasporti o l'ingresso in classe, cosa che avevamo detto essere impossibile. Oggi è venerdì e coordinare i pullman o rivedere gli orari sono cambiamenti enormi".

Poi, sul mancato spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23: "Il vero il limite delle regole e che devono essere di buon senso per essere capite. Questo vale ancora di più oggi dopo un anno e mezzo in cui la gente è stata privata di libertà e affetti. Per questo ritengo che anche sul coprifuoco bisognasse fare un ragionamento di prospettiva, come avvenuto per il resto; non averlo fatto è un limite".

"L'ideale - ha concluso Cirio - sarebbe stato legare il coprifuoco alle attività aperte. Mi spiego: se lascio aperti i ristoranti fino alle 22 allora devo dare la possibilità alle persone di tornare a casa. Sarebbe quindi bastato consentire il ritorno a casa da una delle attività aperte, dimostrando lo spostamento con lo scontrino e facendo il percorso più breve. Perché in questo periodo le regole devono avere ancora più buon senso di prima".

 

Daniele Angi

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