Attualità - 18 aprile 2021, 16:08

Alberto, l'esploratore urbano che ridà vita ai luoghi abbandonati

Sul suo canale YouTube, Albyphoto, racconta le sue avventure alla scoperta di case, chiese, fabbriche abbandonate

Alberto "Albyphoto" Bracco durante una delle sue esplorazioni

Storia, avventura, mistero. Ma anche, e soprattutto, coraggio. Quello che serve per andare alla scoperta di luoghi abbandonati, il più delle volte distrutti, immersi nella natura, lontano da tutto. E da tutti. 

Alberto Bracco, 31 anni, originario del Canavese, ha fatto dell’Urbex, l’esplorazione urbana, la sua missione. Telecamera in mano, va a “caccia” di case, chiese, fabbriche abbandonate con lo scopo di ricostruire la loro storia. Il suo nome da “esploratore” è Albyphoto. Una passione nata quando era appena un ragazzino, cresciuta talmente tanto da portarlo, nel 2013, ad aprire un canale di YouTube. I suoi video raggiungono ogni volta centinaia di migliaia di visualizzazioni, mentre le sue scoperte sono sempre più incredibili.

"Una grande passione per il passato"

Ho una grande passione verso il passato, la storia ed amo particolarmente riscoprire storie e ricordi di luoghi e persone dimenticate – racconta Alberto -. Il mio obiettivo è rendere partecipe le altre persone di questo genere di sentimenti. L'abbandono dopotutto è un qualcosa del tutto naturale, inoltre nelle esplorazioni nasce anche la consapevolezza che il mondo materiale è del tutto effimero”. 

La sua prima scoperta è stata una cascina ottocentesca abbandonata da moltissimo tempo. 

La prima volta è stata un'esperienza sconcertante – ricorda -, spiegare le sensazioni a parole è impossibile”. Ogni scoperta è un vero è proprio viaggio nel tempo. 

Poi spiega come avvengono le sue scoperte. “I luoghi vengono quasi sempre trovati casualmente, anche se non mancano suggerimenti e consigli da parte di altri appassionati”. E nemmeno lo studio. “Per conoscere la storia di ogni luogo, mi documento soprattutto su internet, anche se le informazioni più interessanti si trovano spesso dalle testimonianze degli anziani e da vecchi libri”. 


(Il paese fantasma di Querio)

Ogni esplorazione è come un regalo, non sai mai quale emozione susciterà. “Provo sempre sensazioni differenti: qualche volta di pace, altre volte sensazioni totalmente opposte. Ogni luogo è un contenitore di vita, gioia, sofferenza e morte. E' tutta questione di sensazioni e sensibilità”. Non mancano nemmeno il senso di avventura e libertà, “sensazioni che difficilmente si trovano nella vita di tutti i giorni”.

Dai set televisivi all'Ultimo Impero

Nonostante la sua giovane età, Alberto Bracco ha già esplorato centinaia e centinaia di siti. Alcuni famosi, come i set televisivi abbandonati di Telecittà, dove si producevano soap opera famose come “Cento Vetrine” o l’ex discoteca abbandonata Ultimo Impero. Altri meno noti, ma sempre affascinanti. 

Non è facile dire quale sia stato il luogo più bello – aggiunge -, di solito quelli che trovo più affascinanti si trovano in montagna, amo particolarmente il paese fantasma di Querio, un autentico scrigno incastonato tra i monti”. Il ritrovamento più strano, invece, è stato la casa abbandonata che fu di una setta. “Era un' abitazione utilizzata da un guaritore negli anni '90 e tutt'ora nasconde un enorme alone di mistero. In ogni caso, non ci sono posti che non avrei mai voluto vedere, anche quelli più tristi e brutti meritano sempre d'essere documentati almeno una volta nella vita”.

Nei suoi video, Albyphoto, non cita quasi mai nei dettagli l'ubicazione del luogo. “Lo faccio per evitare che altre persone vadano a farsi male e per non dare indicazioni a possibili sciacalli o vandali”. 

La rinascita di Leri Cavour

Ci sono posti però, che dopo il suo interessamento, hanno suscitato anche l’interesse delle istituzioni, come il paese fantasma di Leri Cavour, nel vercellese, dove si trova la villa abbandonata di Camillo Benso.


(La villa di Camillo Benso)

Oggi è in fase di recupero da parte d'un associazione, non penso che sia per merito mio, ma sono convinto che spesso parlare e diffondere notizie su questi luoghi può portare altri ad interessarsi ad un loro recupero. In questo caso i miei video, e quelli di altre persone, ha sicuramente contribuito a spingere verso un recupero, di quello che è un pezzo del nostro meraviglioso patrimonio storico e culturale”.

Il suo lavoro non è esente da critiche. “Ne ricevo quasi ogni giorno, ma penso che alla fine quello che conta sia la mia coscienza. Chi mi critica spesso afferma che io violo le proprietà private, quando in realtà sono consapevole di non violare nessuna legge, in quanto porto estremo rispetto verso i luoghi che visito. A volte mi scrivono persone che mi ringraziano per quello che faccio, perché magari le ho aiutate a superare un periodo difficile, alla fine l'esplorazioni servono anche a questo: ad evadere dalla vita ed attivare la fantasia”.

Albyphoto non ha intenzione di fermarsi. “Mi piacerebbe esplorare luoghi in ogni regione d'Italia, viviamo in un paese straordinario, mi piacerebbe con i miei video contribuire ad aumentare la consapevolezza di quanto sia bello il nostro paese, troppe volte tendiamo a dimenticare il nostro meraviglioso passato”.

Antonia Gorgoglione