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Economia e lavoro | 28 ottobre 2020, 07:00

Fondazione Crt, oltre 50 milioni di euro per i territori nel 2021. Quaglia: "Ricostruiamo dopo la pandemia"

Invariate le erogazioni. Il segretario Lapucci: “Il blocco dei dividendi crea asimmetria in Europa e mette a rischio la ripresa del Paese”

Foto: Giorgio Perottino

Foto: Giorgio Perottino

Cinquanta milioni di euro, anche qualcosa in più, per il territorio nel corso del 2021. E' quanto deliberato dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT per il Documento Programmatico Previsionale 2021, suddivisi tra sostegno del Terzo Settore e no profit nei campi dell’arte, della cultura, della ricerca, del welfare, dell’ambiente e dell’innovazione. Il tutto, ovviamente, spalmato tra Piemonte e Valle d'Aosta.

La suddivisione delle erogazioni
Circa 18 milioni di euro saranno messi in campo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, le mostre e le iniziative culturali, oltre 16 milioni per le attività scientifiche e tecnologiche, la formazione del capitale umano fin dai primi anni di scuola e il rafforzamento delle competenze dei giovani talenti, oltre 16 milioni per la promozione dell’imprenditoria sociale, l’inserimento e lo sviluppo inclusivo delle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ecosistema e degli habitat naturali, il consolidamento del sistema di primo intervento del 118 e della protezione civile.

Circa 3,5 milioni saranno invece destinati per progettualità innovative orientate allo sviluppo del territorio, da realizzare anche in sinergia con due dei propri “bracci operativi”: la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT per iniziative a impatto sociale e ambientale e, soprattutto, le OGR Torino. Queste ultime si focalizzeranno sempre più su sperimentazioni capaci di “mixare” arte, cultura, scienza e tecnologia, in linea con una delle priorità dell’Unione europea per un futuro più sostenibile; sull’utilizzo dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore e, più in generale, per il bene comune; su programmi di collaborazione tra profit e non profit per diffondere le competenze digitali e realizzare alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.


Quaglia: "Ricostruire dopo la pandemia"

“Questo bilancio è una scommessa della Fondazione per il futuro, un impegno per un obiettivo difficile ma irrinunciabile: contribuire alla ricostruzione della comunità dopo la pandemia, facendo rinascere la fiducia, la speranza, la voglia di credere che, insieme, la ripresa è possibile – afferma il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia –. La scelta condivisa dai Consigli di Amministrazione e di Indirizzo di continuare a garantire un flusso di risorse pressoché invariato per il territorio, dà ossigeno alle realtà del terzo settore e del non profit, oggi quanto mai essenziali per la tenuta del tessuto sociale, culturale e produttivo. Sosteniamo le ‘punte’ di eccellenza dei talenti ma, soprattutto, le ‘fasce’ della fragilità, rese più ampie da una crisi che ha accentuato le disuguaglianze, continuando ad affiancare gli enti anche sul fronte della crescita delle competenze, della raccolta fondi e dell’efficienza operativa, per superare l’emergenza e tornare il prima possibile all’auspicata normalità”.


Lapucci: "Stabilità anche in tempi di blocco dei dividendi"

“L’attenta gestione nel tempo del patrimonio della Fondazione ci permette oggi di trovare il punto di equilibrio tra due elementi da conciliare: far fronte alle necessità eccezionali del territorio tenendo però conto di uno scenario di recessione globale tra i più complessi e incerti di sempre – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Con una solida posizione finanziaria netta e, quindi, buone riserve di liquidità su cui poter contare in questa fase di riduzione generalizzata dei rendimenti e dei dividendi dopo le raccomandazioni dei regolatori europei e nazionali nel settore bancario e assicurativo, possiamo tenere stabile il livello delle erogazioni anche nel 2021, senza dover sostanzialmente attingere al fondo di stabilizzazione”. 

Sul fronte cruciale della sospensione dei dividendi alle Fondazioni (segnalato anche da Compagnia di San Paolo, nella giornata di ieri, proprio presentando i piani per il 2021, ndr) l'appello è a una maggiore selettività: “Pur comprendendo la prudenza della BCE, di Bankitalia e IVASS, e con le cautele da verificare caso per caso per la tenuta del sistema bancario e assicurativo - dicono Quaglia e Lapucci - emerge il rischio di una doppia penalizzazione per i territori e per l’intero Paese a livello europeo”. 

“Da un lato – proseguono – l’impossibilità per le Fondazioni di redistribuire le entrate derivanti dai dividendi verso soggetti del non profit che, altrimenti, non sarebbero destinatari diretti di quei flussi di liquidità, significa far mancare risorse significative per i territori proprio nel momento di maggiore bisogno. Dall’altro lato – proseguono – il fatto che le raccomandazioni delle autorità regolatorie non vengano applicate allo stesso modo in Europa, rischia di generare un’asimmetria tra Paesi, portando gli investitori a preferire quegli Stati le cui istituzioni bancarie o assicurative si sono dichiarate fin da subito favorevoli alla distribuzione ai propri azionisti. Il tema si riproporrà in modo ancora più evidente nel 2021, quando gli eventuali dividendi sarebbero il risultato di un 2020 di recessione e difficoltà. Ecco perché il blocco di quelle entrate oggi mette a rischio la stessa ripresa del Paese domani”.

Massimiliano Sciullo

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