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Economia e lavoro | 11 maggio 2020, 19:45

5 consigli per la ripresa delle aziende italiane

Le aziende made in Italy per poter ripartire, hanno bisogno di sostegni economici immediati e un supporto pratico all’imprenditorialità.

5 consigli per la ripresa delle aziende italiane

L’emergenza Covid-19 che sta vivendo l’Italia (in generale tutto il mondo), ha stravolto le aziende di qualsiasi settore e dimensione costringendole in pochi giorni a riorganizzarsi e studiare "un piano d'azione" per sopravvive; gli imprenditori con i loro team di esperti e con i dipendenti si sono trovati a prendere delle decisioni che in tempi “normali” avrebbero necessitato di maggiori riflessioni.

Sicuramente (più che lecito) la riorganizzazione ha evidenziato debolezze strutturali da colmare al più presto spingendo con forza verso azioni innovative (es Smart-working, delivery, riconversioni etc).

Come è noto a tutti, già prima del Covid-19 le aziende italiane “navigavano” in un mare d’incertezze con disponibilità liquide limitate, ma oggi possiamo dire che vivono in un vero e proprio baratro dal quale è difficile vedere la luce. Con un pizzico d’orgoglio, possiamo dire che ancora una volta le nostre aziende hanno dimostrato di essere formate da imprenditori e lavoratori che nonostante i sacrifici e le difficoltà, non hanno alcuna intenzione di mollare.

La aziende made in Italy per poter ripartire, hanno bisogno di sostegni economici immediati e un supporto pratico all’imprenditorialità, astenendoci da commenti politici (non è la sede opportuna) ci uniamo al "coro" e nel nostro piccolo lasciamo qualche consiglio per incoraggiare e incentivare l’ecosistema imprenditoriale tricolore.

    • Pensa alla tua azienda come una Start-up, è importante rivedere il modello di business ragionando sulle priorità. Anche le grandi aziende devono reinventarsi, attuando un’attenda osservazioni di tutti i processi (produttivi, distributivi e commerciali).

    • È ora di aggregarsi per dare vita a fusioni e reti d'impresa (servono finanza, conoscenze specifiche e professionisti specializzati). Le aziende italiane devo unire le forze aggregando le singole competenze attorno a progetti comuni per dare vita alle famose filiere produttive di cui si è tanto parlato in questi giorni. Le aziende non devono più essere concepite come singoli fornitori.

    • Investi in innovazione (nuove idee/brevetti). Investire su progetti innovativi, permette di differenziarsi dalla concorrenza, generando un vantaggio competitivo (qualcosa che rende unici nei confronti dei competitors).

    • Incentiva le azioni di marketing e comunicazione. Il 45% delle aziende taglierà le attività di marketing e comunicazione. Tale decisione è assolutamente sbagliata, rimanere nascosti, senza nuovi prodotti e senza delle azioni precise, si rischia (sicuro) di non farsi trovare da nuovi clienti e di perdere i clienti già acquisiti i quali opteranno per un competitor (una volta persone è difficile riacquisirlo).

    • Analizza la supply chain guardando oltre i fornitori di primo e secondo livello. Delocalizzare è sempre una buona idea? Chi si appoggia solo ed esclusivamente a fornitori esteri, oggi ha dai ritardi? Per rispondere alla prima domanda bisogna rispondere alla prima. Ci auguriamo il Covid ci insegni che non sempre delocalizzare è una idea, forse è bene spendere qualcosa in più ma rimanere il più possibile in Italia.

Il Covid-19 sta togliendo tanto al tessuto imprenditoriale italiano ma nello stesso tempo ci sta dando tanti insegnamenti, le nostre aziende sono un’eccellenza che va tutelata ed aiutata.

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C.S.

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