Infermieri costretti ad utilizzare i sacchi della spazzatura come camici e mascherine che non sono in grado di proteggere dall'infezione del coronavirus. La denuncia arriva da Giuseppe Summa, segretario provinciale di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche e riguarda alcuni ospedali di Torino e provincia che in questi giorni stanno curando i pazienti malati di covid-19.
Dopo aver segnalato nei giorni scorsi ai Nas ed alla Procura la grave carenza di dispositivi di protezione individuale, oggi, giovedì 12 marzo, ha scritto "al Ministero della Salute ed al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte". Lettere sono state inviate anche agli uffici d'igiene, alle aziende, all'unità di crisi regionale.
"Non è più ammissibile che il personale infermieristico e di supporto metta a rischio la propria salute e quella dei suoi cari - sostiene Summa - A tal proposito abbiamo inviato 4 foto che arrivano da alcune aziende di Torino e provincia, in servizi dove il personale assiste pazienti Coronavirus positivi. Nelle foto si vede chiaramente come gli infermieri utilizzino sacchi dei rifiuti per impermeabilizzare le zone scoperte. In alcuni casi i colleghi sono stati costretti anche ad utilizzare pellicola trasparente da cucina per coprirsi le braccia".
Nursind denuncia ancora la carenza delle mascherine e la preoccupazione per la salute di chi lavora in ospedale."Abbiamo segnalazioni di infermieri che la conservano per il giorno successivo, ma ovviamente non hanno più nessuna efficacia. Siamo seriamente preoccupati perché molti colleghi sono positivi e stanno male. Addirittura un dipendente è ricoverato in terapia intensiva ed è intubato. Siamo inoltre furibondi perché abbiamo scoperto che un membro asintomatico della direzione di un noto ospedale Torinese si è recato in Pronto soccorso per eseguire il tampone che è stato eseguito immediatamente, mentre ci sono infermieri che finiscono nella terra di nessuno". Summa riferisce infatti che ci sono ancora "diversi colleghi che aspettano da giorni, anche 10, di ricevere notizie sul proprio referto del tampone o di essere chiamati per effettuarlo e nonostante scrivano al proprio servizio igiene o alla propria azienda, non ricevono risposte".
Infine conclude: "Comprendiamo che il momento è difficile e delicato, ma proprio per questo chiediamo massima tutela". Per sopprerire alla carenza Nursind nel frattempo si sta attivando per cercare di acquistare dispositivi di protezione individuale da dare alle aziende.